Ed ecco un cavallo bianco
Riferimento: | S43969 |
Autore | Giorgio DE CHIRICO |
Anno: | 1941 |
Misure: | 280 x 385 mm |
Riferimento: | S43969 |
Autore | Giorgio DE CHIRICO |
Anno: | 1941 |
Misure: | 280 x 385 mm |
Descrizione
Litografia, edizione non numerata, firmata a matita in basso a destra dall’artista, opera inclusa nel volume 'Apocalisse' curato da R. Carrieri, Edizioni della Chimera, Milano.
Bellissima prova, impressa su carta Japon, in buono stato di conservazione.
Il fondatore della scuola metafisica, Giorgio de Chirico è conosciuto soprattutto per i suoi dipinti metafisici, prodotti tra il 1909 e il 1919. Queste rappresentazioni malinconiche influenzarono profondamente i surrealisti, tra cui André Breton, Salvador Dalí e René Magritte. Le opere dell'artista esplorano varie tematiche, tra cui quelle dell'alienazione, della nostalgia e del mito. De Chirico, in seguito, rifiutò il suo precedente stile metafisico e si interessò alle tecniche pittoriche tradizionali, prediligendo lo stile neoclassico e neobarocco influenzato da Raffaello, Luca Signorelli e Peter Paul Rubens. I surrealisti criticarono pubblicamente questo sviluppo antimoderno nel lavoro di de Chirico e l'artista alla fine pose fine alla sua associazione con il gruppo.
L'Apocalisse [Edizioni della Chimera, Milano 1941] stampata da l’Officina d'Arte grafica A. Lucini & C. è una pubblicazione in-folio, illustrata da 20 tavole litografiche originali di Giorgio de Chirico, fuori testo e stampate su carta Japon (prima Edizione).
Bibliografia
G. Vastano, Giorgio De Chirico. Catalogo dell'opera grafica 1921-1969, pagina 181, figura 120.
Giorgio DE CHIRICO (Volo, 10 luglio 1888 – Roma, 20 novembre 1978)
Capostipite della corrente metafisica italiana, De Chirico iniziò a dipingere i primi quadri allegorici nel 1910 in seguito a un viaggio a Firenze: Enigma dell'oracolo e Enigma d'un pomeriggio d'autunno lasciano intravedere i simbolismi onirici, in cui oggetti reali sono immersi in atmosfere innaturali. Fu a Parigi fino al 1915 e lì frequentò Apollinaire, Picasso e altri. Di ritorno in Italia, insieme a Carrà fu tra i promotori della pittura metafisica, volta a creare suggestioni fantastiche accostando statue antiche in contesti moderni concepiti secondo le regole della prospettiva quattrocentesca ma accesi di colori moderni. Il tema archeologico reinventato compare spesso, come nel 1917 in Ettore e Andromaca, insieme alla figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo, come Il grande metafisico, 1917. Più tardi il suo stile abbandona i rigori formali della metafisica per rivelarsi più classica e romantica, con rievocazione di elementi quali cavalli e gladiatori. Fu anche scenografo, scrittore (del 1930 è Hebdomeros, del 1945 la sua autobiografia).
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Giorgio DE CHIRICO (Volo, 10 luglio 1888 – Roma, 20 novembre 1978)
Capostipite della corrente metafisica italiana, De Chirico iniziò a dipingere i primi quadri allegorici nel 1910 in seguito a un viaggio a Firenze: Enigma dell'oracolo e Enigma d'un pomeriggio d'autunno lasciano intravedere i simbolismi onirici, in cui oggetti reali sono immersi in atmosfere innaturali. Fu a Parigi fino al 1915 e lì frequentò Apollinaire, Picasso e altri. Di ritorno in Italia, insieme a Carrà fu tra i promotori della pittura metafisica, volta a creare suggestioni fantastiche accostando statue antiche in contesti moderni concepiti secondo le regole della prospettiva quattrocentesca ma accesi di colori moderni. Il tema archeologico reinventato compare spesso, come nel 1917 in Ettore e Andromaca, insieme alla figura del manichino, simbolo dell'uomo-automa contemporaneo, come Il grande metafisico, 1917. Più tardi il suo stile abbandona i rigori formali della metafisica per rivelarsi più classica e romantica, con rievocazione di elementi quali cavalli e gladiatori. Fu anche scenografo, scrittore (del 1930 è Hebdomeros, del 1945 la sua autobiografia).
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