Genziane e cetonia dorata
Riferimento: | S42508 |
Autore | Luigi Bartolini |
Anno: | 1957 |
Misure: | 245 x 160 mm |
Riferimento: | S42508 |
Autore | Luigi Bartolini |
Anno: | 1957 |
Misure: | 245 x 160 mm |
Descrizione
Acquaforte. Lastra mm 160x245, foglio 350x500 mm. Firma e data in lastra in basso e in alto a sinistra Bartolini 1957. Tiratura a matita in basso al centro 9/50. Firma a matita in basso a destra Luigi Bartolini
Altri titoli: Vaso di fiori, Fiori, I fiorellini.
Le genziane, insieme alle fonti marchigiane, sono uno dei soggetti più amati da Bartolini. Dagli anni del confino politico meranese fino alla fine degli Anni Cinquanta, l’artista ne ha inciso almeno una ventina di versioni, dieci delle quali solo nel 1934.
Il presente soggetto riprende, con alcune modifiche e un tratto diverso, una lastra del 1934 dal titolo Genziane.
Luigi Bartolini è considerato uno dei maggiori incisori italiani del Novecento, insieme a Giorgio Morandi e Giuseppe Viviani. Oltre ad essere un prolifico incisore (al suo attivo oltre mille acqueforti), fu anche pittore e scrittore. Partecipò sia come pittore che come incisore a diverse edizioni della Biennale di Venezia dal 1928 al 1962. Presente a varie manifestazioni artistiche, sviluppò diverse maniere definite: ‘maniera bionda’, ‘lineare’ e ‘nera’. Ricordiamo soprattutto le acqueforti della serie Marche e della serie Sicilia. Iniziò la sua produzione grafica nel 1914 e il suo stile si rifà alla tradizione naturalistica dell’Ottocento. Molte sue incisioni si possono ricollegare ad alcune opere del Goya, di Telemaco Signorini e di Giovanni Fattori. Eccellente nella rappresentazione della natura morta e del paesaggio, spesso il Bartolini rappresentò dolcemente le cose e gli oggetti più umili, i soggetti di natura più dimessi. In essi ritroviamo il sentimento che diviene immagine e la forma che si sviluppa in espressione. Con Bartolini l’incisione torna ad essere un mezzo di espressione poetica libera dal simbolismo e dal vedutismo allora in voga presso le accademie. Nelle sue acqueforti prevale ora un tratteggio leggero (genere biondo), ora una ricerca del chiaroscuro alla Rembrandt (genere nero).
Magnifica prova, con margini, in ottime condizioni.
Bibliografia
L. Palumbo Scalzi, Luigi Bartolini Incisioni, Galleria Flaviostocco, Castelfranco Veneto, 1998, pag. 69 (variante tirata a 30 esemplari).
Luigi Bartolini (Cupramontana 1892 – Roma 1963)
Pittore, scrittore, sceneggiatore ed incisore italiano. Dopo gli studi tecnici, compiuti a Jesi, si trasferisce nel 1907 a Siena, dove si iscrive all’Istituto di Belle Arti. Nel 1909 lo troviamo a Roma, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e le lezioni di anatomia, storia dell’arte e letteratura all’Università; all’Accademia di Spagna, a San Pietro in Montorio, segue i corsi di disegno e studia le incisioni di Goya. Fra il 1913 e il 1914 è a Firenze, dove segue lezioni di architettura e anatomia e la scuola di nudo annessa all’Accademia; resta colpito dalle incisioni di Giovanni Fattori e, agli Uffizi, studia le collezioni di antichi disegni e le acqueforti di Rembrandt e Callot. La sua produzione come poeta, critico d’arte e scrittore è notevole: oltre 70 libri pubblicati con le più importanti case editrici quali Arnoldo Mondadori Editore, e Longanesi. Collaborò anche con le principali testale giornalistiche quali Il Borghese e il Corriere della Sera.
L'artista si spegne il 16 maggio 1963 a Roma; alcuni giorni prima aveva fatto biffare più di 1200 lastre, la prima delle quali venne incisa nel 1909.
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Luigi Bartolini (Cupramontana 1892 – Roma 1963)
Pittore, scrittore, sceneggiatore ed incisore italiano. Dopo gli studi tecnici, compiuti a Jesi, si trasferisce nel 1907 a Siena, dove si iscrive all’Istituto di Belle Arti. Nel 1909 lo troviamo a Roma, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e le lezioni di anatomia, storia dell’arte e letteratura all’Università; all’Accademia di Spagna, a San Pietro in Montorio, segue i corsi di disegno e studia le incisioni di Goya. Fra il 1913 e il 1914 è a Firenze, dove segue lezioni di architettura e anatomia e la scuola di nudo annessa all’Accademia; resta colpito dalle incisioni di Giovanni Fattori e, agli Uffizi, studia le collezioni di antichi disegni e le acqueforti di Rembrandt e Callot. La sua produzione come poeta, critico d’arte e scrittore è notevole: oltre 70 libri pubblicati con le più importanti case editrici quali Arnoldo Mondadori Editore, e Longanesi. Collaborò anche con le principali testale giornalistiche quali Il Borghese e il Corriere della Sera.
L'artista si spegne il 16 maggio 1963 a Roma; alcuni giorni prima aveva fatto biffare più di 1200 lastre, la prima delle quali venne incisa nel 1909.
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