Minerva
Riferimento: | S39060 |
Autore | Hendrick GOLTZIUS |
Anno: | 1596 |
Misure: | 250 x 340 mm |
Riferimento: | S39060 |
Autore | Hendrick GOLTZIUS |
Anno: | 1596 |
Misure: | 250 x 340 mm |
Descrizione
Bulino, firmato in lastra sotto il piede di Minerva "Cum privil. Sa. Cæ. M. / Anno 1596". Sotto l’ovale "HG". Nel margine inferiore, nel cartiglio al centro, la dedica; ai lati due distici. In basso a destra il numerale I. Stato unico.
Splendida prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, con filigrana “grande stemma araldico con corona e giglio di Strasburgo” (cfr. Piccard 1287-1289), rifilata al rame, in eccellente stato di conservazione.
Minerva è la prima di una serie di quattro divinità: tre dee, incise da Goltizus, e una quarta, Imeneo, il dio greco del matrimonio, che è noto solo attraverso un'incisione di I. C. Visscher da un disegno di Goltzius.
La serie è dedicata a Johannes Bavitius, consigliere privato e segretario dell'imperatore Rodolfo II. I distici del margine inferiore sono di Schonaeus.
Bartsch attribuisce l'intera serie a Saenredam, mentre Hirschmann a Goltzius; ma nessuno dei due ha argomentato la propria tesi. Tuttavia, come osserva Strauss, l'incisione di Saenredam "Cerere onorata dai lavoratori nel campo" (Bartsch 70), dello stesso anno, reca l'iscrizione esplicita " HGoltzius invent. J. Saenredam sculptor. Anno 1596 ".
Minerva – la greca Atena - è raffigurata con i suoi simboli abituali: il gufo della saggezza; strumenti di guerra e delle arti e scienze, e della musica e il suo scudo con la testa di Gorgone per terrorizzare i nemici.
Sullo sfondo si vede guidare un carro trainato da cavalli, perché secondo il mito fu Atena a insegnare a Erittonio come attaccare i cavalli a un carro. Sotto, la dea viene mostrata con le nove Muse, mentre il cavallo alato Pegaso sta volando via. Pegaso, che è stato domato e imbrigliato da Atena, ha appena colpito la roccia con i suoi zoccoli, facendo nascere così la fonte Ippocrene.
Bibliografia
Bartsch III.241.62; New Hollstein (Dutch & Flemish) 141 (Hendrick Goltzius); Strauss, 328 (as Goltzius); Hollstein 63 (as Saenredam).
|
Hendrick GOLTZIUS (Mulbrecht 1559 - Haarlem 1617)
Pittore e incisore olandese, nato a Millebrecht, nel ducato di Julich. Dopo aver studiato pittura su vetro per diversi anni presso lo studio del padre, venne iniziato all’uso del bulino da Dirk Volkertszoon Coornlert. Gli venne commissionato, da Philip Galle, un set di stampe sulla vita di Lucrezia. A 21 anni si sposò con una vedova in età avanzata, il cui patrimonio gli permise di stabilirsi ad Haarlem e aprire il suo studio personale; la sua pessima relazione con la donna, tuttavia, influenzò la sua salute al punto che decise di intraprendere un viaggio attraverso la Germania per giungere fino in Italia. Qui imparò ad apprezzare le opere di Michelangelo, cosa che lo portò a superare addirittura questo grande artista per la stravaganza e il grottesco dei suoi soggetti. Tornò ad Haaroem notevolmente migliorato in salute e ivi lavorò fino alla morte. Goltzius non deve essere giudicato meramente attraverso quei lavoro che lui stesso apprezzava di più, ovvero le eccentriche imitazioni di Michelangelo. I suoi ritratti, sebbene principalmente miniature, sono dei capolavori del genere, sia per la squisitezza delle finiture sia per lo studio dei singoli personaggi. Tra le sue opere migliori, un autoritratto a grandezza naturale è probabilmente il miglior esempio di quanto affermato. La serie dei sette cosiddetti "capolavori", così definiti per il loro tentativo di imitazione delle opere di maestri del passato, è stati sopravvalutata, molto probabilmente. Nella destrezza dell’utilizzo del bulino, Goltzius non è inferiore neanche a Dürer, ma le sue capacità tecniche spesso non sono egualmente assistite dalla qualità artistica. Tuttavia, le sue stravaganze ed eccentricità sono ampiamente controbilanciate dalla bellezza dell’esecuzione. Iniziò a dipingere all’età di quaranta due anni, ma nessuno dei suoi dipinti, alcuni dei quali oggi sono conservati nella collezione imperiale a Vienna, mostra particolare eccellenza. Realizzò anche qualche opera in chiaroscuro.
|
Bibliografia
Bartsch III.241.62; New Hollstein (Dutch & Flemish) 141 (Hendrick Goltzius); Strauss, 328 (as Goltzius); Hollstein 63 (as Saenredam).
|
Hendrick GOLTZIUS (Mulbrecht 1559 - Haarlem 1617)
Pittore e incisore olandese, nato a Millebrecht, nel ducato di Julich. Dopo aver studiato pittura su vetro per diversi anni presso lo studio del padre, venne iniziato all’uso del bulino da Dirk Volkertszoon Coornlert. Gli venne commissionato, da Philip Galle, un set di stampe sulla vita di Lucrezia. A 21 anni si sposò con una vedova in età avanzata, il cui patrimonio gli permise di stabilirsi ad Haarlem e aprire il suo studio personale; la sua pessima relazione con la donna, tuttavia, influenzò la sua salute al punto che decise di intraprendere un viaggio attraverso la Germania per giungere fino in Italia. Qui imparò ad apprezzare le opere di Michelangelo, cosa che lo portò a superare addirittura questo grande artista per la stravaganza e il grottesco dei suoi soggetti. Tornò ad Haaroem notevolmente migliorato in salute e ivi lavorò fino alla morte. Goltzius non deve essere giudicato meramente attraverso quei lavoro che lui stesso apprezzava di più, ovvero le eccentriche imitazioni di Michelangelo. I suoi ritratti, sebbene principalmente miniature, sono dei capolavori del genere, sia per la squisitezza delle finiture sia per lo studio dei singoli personaggi. Tra le sue opere migliori, un autoritratto a grandezza naturale è probabilmente il miglior esempio di quanto affermato. La serie dei sette cosiddetti "capolavori", così definiti per il loro tentativo di imitazione delle opere di maestri del passato, è stati sopravvalutata, molto probabilmente. Nella destrezza dell’utilizzo del bulino, Goltzius non è inferiore neanche a Dürer, ma le sue capacità tecniche spesso non sono egualmente assistite dalla qualità artistica. Tuttavia, le sue stravaganze ed eccentricità sono ampiamente controbilanciate dalla bellezza dell’esecuzione. Iniziò a dipingere all’età di quaranta due anni, ma nessuno dei suoi dipinti, alcuni dei quali oggi sono conservati nella collezione imperiale a Vienna, mostra particolare eccellenza. Realizzò anche qualche opera in chiaroscuro.
|