Il Martirio di San Sebastiano
Riferimento: | S40802 |
Autore | Jan Harmensz MULLER |
Anno: | 1600 ca. |
Misure: | 342 x 526 mm |
Riferimento: | S40802 |
Autore | Jan Harmensz MULLER |
Anno: | 1600 ca. |
Misure: | 342 x 526 mm |
Descrizione
Bulino, 1600 circa, in basso a sinistra: 'Joannes ab Achen invenetor. / Joan. Mullerus sculpsit"; in basso a destra: "H Muller [HM intrecciato] excud:". Sei righe latine, su tre colonne nel margine in basso: Cum fera tela sinus rimantur pectoris altus / / Et lacerata tua membra crucis madent / / Tum dulcis tibi ....
Esemplare nel secondo stato, di quattro, secondo Filedt Kok.
Da un dipinto di Hans von Aachen realizzato nel 1590 per il collegio gesuita Saint-Michel di Monaco.
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana “scudo di Strasburgo” (simile a The New Hollstein, Muller II, p. 308), rifilata al rame o con piccoli margini, pieghe di carta visibili nella parte inferiore, minimi restauri nelle scritte in basso, per il resto in buono stato di conservazione.
L’opera, secondo formule stereotipate nella consuetudine della controriforma, distingue il piano terrestre da quello celeste.
In basso, in primo piano, la scena del martirio: sulla destra il gruppo degli arcieri costituisce il nucleo drammatico della scena, con un contrasto intenso fra i loro volti turbati, le loro sagome parzialmente in ombra, i muscoli tesi nello sforzo da una parte e, dall’altra, la bellezza radiosa del santo, il cui corpo, definito da un deciso plasticismo e da una massiccia volumetria, si offre docilmente al martirio, persino incurvandosi in una posizione parallela agli archi ostili.
Nella parte superiore un angelo giunge in soccorso del Santo avendo nelle mani la corona d’alloro – simbolo della vittoria attraverso il martirio – e la palma simbolo del martirio e della rinascita.
Bibliografia
The New Hollstein (Muller Dynasty) part 2.98.23 ii/iv; The New Hollstein (Aachen) 114.44 ii/iv; Bartsch, III.273.23.
Jan Harmensz MULLER (Amsterdam 1571 - 1628)
Incisore, disegnatore e pittore olandese, figlio maggiore di Harmen Jansz Muller (1540–1617), editore di Amsterdam, incisore e stampatore. L’attività della famiglia, chiamata De Vergulde Passer (‘Il Compasso Dorato’), si trovava presso Warmoesstraat, e Jan Muller vi lavorò per diversi anni. È probabile che abbia fatto l’apprendistato presso Hendrik Goltzius a Haarlem. Tra il 1594 e il 1602 potrebbe aver viaggiato in Italia, fermandosi a Roma e Napoli. Tramite matrimonio, si imparentò con lo scultore olandese Adriaen de Vries, allievo del Giambologna. Mantenne contatti anche con Bartholomeus Spranger e altri artisti a Praga, città che grazie al mecenatismo dell’Imperatore Rudolf II era divenuta un centro artistico fiorente. Nel 1602 fece un tentativo, non riuscito, di mediare, per conto dell’Imperatore, l’acquisto del Giudizio Universale di Lucas van Leyden. Alla sua morte, lasciò la bottega e le sue lastre al figlio Jan.
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Jan Harmensz MULLER (Amsterdam 1571 - 1628)
Incisore, disegnatore e pittore olandese, figlio maggiore di Harmen Jansz Muller (1540–1617), editore di Amsterdam, incisore e stampatore. L’attività della famiglia, chiamata De Vergulde Passer (‘Il Compasso Dorato’), si trovava presso Warmoesstraat, e Jan Muller vi lavorò per diversi anni. È probabile che abbia fatto l’apprendistato presso Hendrik Goltzius a Haarlem. Tra il 1594 e il 1602 potrebbe aver viaggiato in Italia, fermandosi a Roma e Napoli. Tramite matrimonio, si imparentò con lo scultore olandese Adriaen de Vries, allievo del Giambologna. Mantenne contatti anche con Bartholomeus Spranger e altri artisti a Praga, città che grazie al mecenatismo dell’Imperatore Rudolf II era divenuta un centro artistico fiorente. Nel 1602 fece un tentativo, non riuscito, di mediare, per conto dell’Imperatore, l’acquisto del Giudizio Universale di Lucas van Leyden. Alla sua morte, lasciò la bottega e le sue lastre al figlio Jan.
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