Adorazione dei Magi
Riferimento: | S36079.5 |
Autore | Hendrick GOLTZIUS |
Anno: | 1594 |
Misure: | 350 x 460 mm |
Riferimento: | S36079.5 |
Autore | Hendrick GOLTZIUS |
Anno: | 1594 |
Misure: | 350 x 460 mm |
Descrizione
Bulino, 1593, firmata con il monogramma in alto a sinistra nell'immagine HG. Terzo stato, di cinque, con il numero 5 aggiunto in basso a sinistra
Splendido esemplare, impresso su carta vergata contemporanea, con filigrana “giglio e armi di Strasburgo” (simile a Briquet 22244), margini sottili, alcune pieghe di carta, nel complesso in ottimo stato di conservazione.
Dalla serie "La vita della Vergine"
Per questa scena, Goltzius segue la maniera di Lucas van Leyden In questo caso, la somiglianza con il modello è molto vicina. Il principale cambiamento è la scelta del formato verticale al posto di quello orizzontale di Van Leyden. Pertanto, la qualità narrativa è meno pronunciata. La coppia principale - la Vergine e il Cristo bambino - è quasi identica nelle due rappresentazioni, così come il volto del Re Nero. Hirschmann osserva che Goltzius ha preso il volto del secondo re dalla versione di van Leyden per il suo Mago inginocchiato. Hirschmann, inoltre, considera questa lastra come l'ultima della serie in ordine di esecuzione. Ma poiché i versi sono ancora una volta, di F. Estius, sembra più probabile che questo foglio sia stato prodotto prima dei due seguenti, che recano versi di Shonaeus.
Al verso, timbro di collezione di Albert Van Look (L.3752).
Bibliografia
Bartsch, 19; Strauss, n. 320 p. 582
|
Hendrick GOLTZIUS (Mulbrecht 1559 - Haarlem 1617)
Pittore e incisore olandese, nato a Millebrecht, nel ducato di Julich. Dopo aver studiato pittura su vetro per diversi anni presso lo studio del padre, venne iniziato all’uso del bulino da Dirk Volkertszoon Coornlert. Gli venne commissionato, da Philip Galle, un set di stampe sulla vita di Lucrezia. A 21 anni si sposò con una vedova in età avanzata, il cui patrimonio gli permise di stabilirsi ad Haarlem e aprire il suo studio personale; la sua pessima relazione con la donna, tuttavia, influenzò la sua salute al punto che decise di intraprendere un viaggio attraverso la Germania per giungere fino in Italia. Qui imparò ad apprezzare le opere di Michelangelo, cosa che lo portò a superare addirittura questo grande artista per la stravaganza e il grottesco dei suoi soggetti. Tornò ad Haaroem notevolmente migliorato in salute e ivi lavorò fino alla morte. Goltzius non deve essere giudicato meramente attraverso quei lavoro che lui stesso apprezzava di più, ovvero le eccentriche imitazioni di Michelangelo. I suoi ritratti, sebbene principalmente miniature, sono dei capolavori del genere, sia per la squisitezza delle finiture sia per lo studio dei singoli personaggi. Tra le sue opere migliori, un autoritratto a grandezza naturale è probabilmente il miglior esempio di quanto affermato. La serie dei sette cosiddetti "capolavori", così definiti per il loro tentativo di imitazione delle opere di maestri del passato, è stati sopravvalutata, molto probabilmente. Nella destrezza dell’utilizzo del bulino, Goltzius non è inferiore neanche a Dürer, ma le sue capacità tecniche spesso non sono egualmente assistite dalla qualità artistica. Tuttavia, le sue stravaganze ed eccentricità sono ampiamente controbilanciate dalla bellezza dell’esecuzione. Iniziò a dipingere all’età di quaranta due anni, ma nessuno dei suoi dipinti, alcuni dei quali oggi sono conservati nella collezione imperiale a Vienna, mostra particolare eccellenza. Realizzò anche qualche opera in chiaroscuro.
|
Bibliografia
Bartsch, 19; Strauss, n. 320 p. 582
|
Hendrick GOLTZIUS (Mulbrecht 1559 - Haarlem 1617)
Pittore e incisore olandese, nato a Millebrecht, nel ducato di Julich. Dopo aver studiato pittura su vetro per diversi anni presso lo studio del padre, venne iniziato all’uso del bulino da Dirk Volkertszoon Coornlert. Gli venne commissionato, da Philip Galle, un set di stampe sulla vita di Lucrezia. A 21 anni si sposò con una vedova in età avanzata, il cui patrimonio gli permise di stabilirsi ad Haarlem e aprire il suo studio personale; la sua pessima relazione con la donna, tuttavia, influenzò la sua salute al punto che decise di intraprendere un viaggio attraverso la Germania per giungere fino in Italia. Qui imparò ad apprezzare le opere di Michelangelo, cosa che lo portò a superare addirittura questo grande artista per la stravaganza e il grottesco dei suoi soggetti. Tornò ad Haaroem notevolmente migliorato in salute e ivi lavorò fino alla morte. Goltzius non deve essere giudicato meramente attraverso quei lavoro che lui stesso apprezzava di più, ovvero le eccentriche imitazioni di Michelangelo. I suoi ritratti, sebbene principalmente miniature, sono dei capolavori del genere, sia per la squisitezza delle finiture sia per lo studio dei singoli personaggi. Tra le sue opere migliori, un autoritratto a grandezza naturale è probabilmente il miglior esempio di quanto affermato. La serie dei sette cosiddetti "capolavori", così definiti per il loro tentativo di imitazione delle opere di maestri del passato, è stati sopravvalutata, molto probabilmente. Nella destrezza dell’utilizzo del bulino, Goltzius non è inferiore neanche a Dürer, ma le sue capacità tecniche spesso non sono egualmente assistite dalla qualità artistica. Tuttavia, le sue stravaganze ed eccentricità sono ampiamente controbilanciate dalla bellezza dell’esecuzione. Iniziò a dipingere all’età di quaranta due anni, ma nessuno dei suoi dipinti, alcuni dei quali oggi sono conservati nella collezione imperiale a Vienna, mostra particolare eccellenza. Realizzò anche qualche opera in chiaroscuro.
|