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Riferimento: | S48894 |
Autore | Martin ZASINGER (Maestro MZ) |
Anno: | 1500 ca. |
Misure: | 125 x 178 mm |
Riferimento: | S48894 |
Autore | Martin ZASINGER (Maestro MZ) |
Anno: | 1500 ca. |
Misure: | 125 x 178 mm |
Vista di fronte, una donna nuda con i capelli lunghi mossi dal vento sta in piedi su un teschio e guarda a destra. Con la mano destra tiene una meridiana su una sfera e con la sinistra afferra l'estremità del velo che le cade dalla testa. Sullo sfondo si stende un lago con sponde montuose. A sinistra si ergono le colline con l'alta corte, a destra un forte d'acqua, collegato alla terraferma da un ponte. Su entrambi i lati un albero alto, quello di sinistra arriva fino al bordo superiore dell'immagine. Nel cielo a destra alcune nuvole. Sul terreno crescono un cardo e due ciuffi d'erba. In basso, su entrambi i lati del teschio, il monogramma.
Xilografia, circa 1500/1505, monogrammata MZ in tavola in basso al centro, finemente colorata a mano in epoca.
Buona prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, completa della linea marginale, applicata su antico supporto, in ottimo stato di conservazione.
L’opera riproduce l’incisione al bulino realizzata dal Maestro MZ tra il 1502 ed il 1503, descritta dal Bartsch e da Lehrs. Questo l’esemplare dell’incisione al bulino conservato all’Albertina di Vienna:
Nel catalogare l’opera incisa del monogrammista MZ, i due repertori non descrivono lavori ad intaglio in legno, elencando ventidue incisioni con il monogramma MZ, tra le quali sei datate tra il 1500 ed il 1503. Tra tutte le bibliografie da noi consultate non ci risulta nemmeno elencata questa incisione, che potrebbe essere opera di mano coeva all’artista o addirittura l’unico suo esempio di lavoro in silografia. In entrambi i casi ci sentiamo di affermare che si tratti di un’opera rarissima.
Vanitas, termine latino che significa vacuità, è un concetto effimero che si riferisce alla volatilità delle cose terrene. Tale significato è affidato all’uso di oggetti, per lo più domestici e di uso quotidiano, ai quali è attribuita una connotazione simbolica. Elemento sicuro che caratterizza le rappresentazioni di vanitas è il teschio, ovvero il memento mori, che ricorda il destino dell’uomo. Altri elementi caratteristici sono la clessidra, l’orologio ed il cedro che rappresentano il trascorrere del tempo; la coppa, le brocche o la ciotola rovesciate identificano la vacuità; la corona, lo scettro, i gioielli ed i denari rappresentano il potere ed i possessi terreni che la morte porta via; la spada, infine, ricorda che nulla possono le armi contro il destino.
In assenza di cambiamenti stilistici o tecnici tutta l’opera dello Zasinger può essere concentrata nei primi anni del Cinquecento. Le stampe sono equamente suddivise tra lavori raffiguranti soggetti religiosi e storici; la gran parte dei suoi lavori mostra sullo sfondo un paesaggio, eseguito in maniera molto delicata, quasi a precorrere le opere di Albrecht Altdorfer e degli altri esponenti della scuola danubiana. Opere come Il ballo ed Il torneo (1500, Lehrs 17-18) legano l’artista alla città di Monaco di Baviera, evidenziando il fatto che fu attivo in questa città, supportando l’identificazione dello stesso con l’orafo bavarese Martin Zasinger. Tuttavia, l’abilità nell’uso del bulino risulta più quella di un pittore che di un incisore, lasciando quindi la sua identificazione tuttora incerta.
Bibliografia
Cfr. Bartsch vol. 6, pag. 379, 17; Lehrs p. 373 n. 20 e tav. 592.
Martin ZASINGER (Maestro MZ) (Monaco 1477 - 1509?)
L'identificazione del monogrammista MZ con l'orafo di Monaco, Matthäus Zaisinger, o Za inger, menzionato per la prima volta nel XVII secolo, è stato ampiamente, ma non universalmente, accettato. Il nome di Matthäus Zaisinger o Zazinger è collegato alle stampe del Maestro MZ nella lista delle sue stampe fatta dal collezionista di Norimberga Paul Behaim nel 1618. Behaim chiama il maestro MZ "Matheus Zaszinger" o "Zingel", senza dare alcuna motivazione. Joachim von Sandrart incluse MZ nella sua Teutsche Academie del 1675, suggerendo che le iniziali stavano per Martin Zink, Zatzinger o Zasinger. Anche un Matthäus Zagel è stato introdotto nel dibattito.In seguito, a Monaco sono stati portati alla luce dagli studiosi i documenti di Matthäus Zaisinger (o Zaysinger). Questi coprono un periodo così lungo (risulta attivo dal 1498 al 1555 come stampatore, orafo e funzionario della zecca) che probabilmente si tratta di due figure, presumibilmente padre e figlio. Il primo è spesso identificato con il Maestro MZ, ma questo rimane controverso. Ventidue incisioni sono accettate come opere del Maestro MZ. Il maestro MZ è uno dei primi e più originali incisori ad essere stato influenzato dalle stampe del giovane Albrecht Dürer.
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Martin ZASINGER (Maestro MZ) (Monaco 1477 - 1509?)
L'identificazione del monogrammista MZ con l'orafo di Monaco, Matthäus Zaisinger, o Za inger, menzionato per la prima volta nel XVII secolo, è stato ampiamente, ma non universalmente, accettato. Il nome di Matthäus Zaisinger o Zazinger è collegato alle stampe del Maestro MZ nella lista delle sue stampe fatta dal collezionista di Norimberga Paul Behaim nel 1618. Behaim chiama il maestro MZ "Matheus Zaszinger" o "Zingel", senza dare alcuna motivazione. Joachim von Sandrart incluse MZ nella sua Teutsche Academie del 1675, suggerendo che le iniziali stavano per Martin Zink, Zatzinger o Zasinger. Anche un Matthäus Zagel è stato introdotto nel dibattito.In seguito, a Monaco sono stati portati alla luce dagli studiosi i documenti di Matthäus Zaisinger (o Zaysinger). Questi coprono un periodo così lungo (risulta attivo dal 1498 al 1555 come stampatore, orafo e funzionario della zecca) che probabilmente si tratta di due figure, presumibilmente padre e figlio. Il primo è spesso identificato con il Maestro MZ, ma questo rimane controverso. Ventidue incisioni sono accettate come opere del Maestro MZ. Il maestro MZ è uno dei primi e più originali incisori ad essere stato influenzato dalle stampe del giovane Albrecht Dürer.
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