Palermo Citta principalissima nella Sicilia…
Riferimento: | S38006 |
Autore | Natale BONIFACIO |
Anno: | 1580 |
Zona: | Palermo |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 560 x 420 mm |
Riferimento: | S38006 |
Autore | Natale BONIFACIO |
Anno: | 1580 |
Zona: | Palermo |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 560 x 420 mm |
Descrizione
Magnifico esemplare del primo stato (di due, avanti l'indirizzo di Giovanni Orlandi) della pianta di Palermo disegnata da Orazio Maiocchi (Maiocco) ed incisa da Natale Bonifacio per l'editore Claudio Duchetti.
Rarsissima opera, conosciuta attraverso solo 12 esemplari conservati nelle raccolte pubbliche di tutto il mondo (cfr. Bifolco-Ronca, 2018, tav. 1178). Pieni margini, in ottimo stato di conservazione.
In alto al centro lo stemma imperiale della casa reale di Austria-Spagna. Nel cartiglio in alto a sinistra, sormontato dallo stemma dei Colonna-Orsini, si legge: All’Ill.mo et Eccel.mo S.or Marcantonio Colonna Vicerè di Sicilia. Palermo Citta principalissima nella Sicilia dotata non sola dalla fertilità et vaghezza naturale del sito, ma d’un sicurissimo porto, aiutato dall’arte; di edificij stupendi, tanto publici come privati, et d’altre cose notabili, che si rechiedeno per imbellire ogni gran città, poi chè dall’Eccellenza Vostra Ill.ma ha ricevuta la bella strada detta della Colonna, et vivendosj hora in essa sotto il suo regimento in ta[n]ta felicita, ben conviene che havendo io da mandare in luce il suo disegno, lo dedichj come faccio all’Eccel.za V[ost]ra, la supplico dunque si degni haver grato questo mio picciol dono, per la generosita dell’animo suo mentre humilmente la riverisco et migl’inchino. Marcho Duchetto. D.D. Nel cartiglio in alto a destra, sormontato dallo stemma della città, si legge: Quod solide hoc Regnum nunc regaliq[ue] columne Heret, quisq[ue] potest tutam traducere vitam; Ac cum Trinacria aeterno q[uam] foedere iuncta est Roma et seclorum stabili sic lege fatendum Hactenus ut felix sit terq[ue] quaterq[ue] beata Urbs hec, Barbaricas Romano et Principe ge[n]tes Comprinat, et claro Regum de sanguine natus Vexillo insignis Christi, Dux, atque triumpho ingressus patriam renovavit Secla Quirinj. 28.
Lungo il margine inferiore è incisa una legenda numerica di 128 rimandi a luoghi e monumenti notabili, distribuita su quindici colonne. Seguono, nell’ultimo riquadro, i dettagli editoriali: Presbiter Horatius Maiocchus Inventor. Natalis Bonifatius Fecit. Romae Apud Claudij Duchetij Anno D[omi]n[i]. 1580. Orientazione fornita da una rosa dei venti nel mare, il nord-est è in basso. Opera priva di scala grafica. Acquaforte e bulino, dimensioni mm 420x560.
Si tratta della prima pianta a stampa della città di Palermo. La proiezione assonometrica adottata, deriva da un modello già noto attraverso una più antica pianta manoscritta della città; questa impostazione avrà un successo straordinario, e sarà mantenuta in tutte le piante successive, sino al 1832. Disegnata da Orazio Maiocchi ed incisa da Natale Bonifacio, la carta è pubblicata a Roma da Claudio Duchetti. Secondo Valeria Bella (1980) esisterebbe una tiratura avanti il nome del Maiocchi, della quale tuttavia non abbiamo avuto riscontro. In ogni caso crediamo, considerata la datazione dell’opera, che potrebbe trattarsi di una prova di stampa edita dallo stesso Duchetti.
La pianta è stata a lungo considerata perduta dalla bibliografia sulla regione, finchè nel 1962 fu ritrovato l’esemplare della collezione Basile, poi pubblicato da Benevolo, che descrive anche le copie elencate già da Tooley. In realtà l’opera è piuttosto diffusa nelle raccolte cartografiche del XVI secolo, come possiamo vedere dal numero di esemplari censiti. La lastra fu ereditata da Giacomo Gherardi ed è inserita nel catalogo redatto per conto della vedova Quintilia Lucidi, del 17-19 ottobre 1598 (n. 429 descritta come “Palermo”). La matrice venne acquisita, nel 1602, da Giovanni Orlandi che la ristampò inalterata con la sola aggiunta del proprio imprint; tale ristampa presenta la lastra tagliata sul lato sinistro di alcuni millimetri. Nel 1614, con il trasferimento di Orlandi a Napoli, la matrice fu ceduta a Hendrick van Schoel. Le lastre vennero poi cedute a Francesco de Paoli, come documentato dall’inventario della vendita del 2 novembre 1633. Pertanto, non si esclude l’esistenza di un’ulteriore stesura della lastra, della quale tuttavia non riscontrato alcun esemplare.
Bibliografia: Cartografia Rara (1986): n. 95; Christie’s (1998): n. 1068; Christie’s (2012): n. 55; Destombes (1970): nn. 89-89a; Edwards (1933): n. 79; Ganado (1994): VI, n. 57 & p. 214, n. 76; Barbera Azzarello (1980): vol. 1, n. 10 e vol. 2, tav. 10; Benevolo (1969): pp. 87-89, tav. XVIII; La Duca (1975); L’Immagine delle città italiane (1998): pp. 164-165, n. 61; Marcellino (1947): pp. 199-233; Pagani (2012): p. 82; Tooley (1939): nn. 431-432; Tooley (1983): nn. 432a, 440a.
Bibliografia
Bifolco-Ronca (2018): tav. 1178, I/II.
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Natale BONIFACIO (Sebenico 1537- ? 1592)
Incisore, acquafortista, progettista, stampatore, editore e cosmografo originario di Sebenico. Attivo a Venezia all’incirca tra il 1570 e il 1574 e successivamente a Roma tra il 1575 e il 1591. Il 9 Febbraio 1578 venne candidato come membro della confraternita dei Virtuosi del Pantheon, segnalato come “intagliatore in rame” (Orbaan). Nel 1578 era però membro della Confraternita di San Girolamo degli Illirici. L’epitaffio sulla sua tomba ricorda la sua attività come incisore e cosmografo (“aeris caelator divinus ac optimus geographus”). A Venezia le sue opere vennero pubblicate da Camocio, Ferrando Bertelli, Luca e Donato Bertelli, Borgaruccio Borgarucci e Nelli. I suoi editori romani furono Lafrery, Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Nicolas van Aelst. Tra le sue opere ci sono mappe, antichità, soggetti didattici e devozionali. Lastre per Della trasportatione dell’obelisco Vaticano 1590 di Domenico Fontana.
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Bibliografia
Bifolco-Ronca (2018): tav. 1178, I/II.
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Natale BONIFACIO (Sebenico 1537- ? 1592)
Incisore, acquafortista, progettista, stampatore, editore e cosmografo originario di Sebenico. Attivo a Venezia all’incirca tra il 1570 e il 1574 e successivamente a Roma tra il 1575 e il 1591. Il 9 Febbraio 1578 venne candidato come membro della confraternita dei Virtuosi del Pantheon, segnalato come “intagliatore in rame” (Orbaan). Nel 1578 era però membro della Confraternita di San Girolamo degli Illirici. L’epitaffio sulla sua tomba ricorda la sua attività come incisore e cosmografo (“aeris caelator divinus ac optimus geographus”). A Venezia le sue opere vennero pubblicate da Camocio, Ferrando Bertelli, Luca e Donato Bertelli, Borgaruccio Borgarucci e Nelli. I suoi editori romani furono Lafrery, Claudio Duchetti, Lorenzo Vaccari e Nicolas van Aelst. Tra le sue opere ci sono mappe, antichità, soggetti didattici e devozionali. Lastre per Della trasportatione dell’obelisco Vaticano 1590 di Domenico Fontana.
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