Territorio di Siena
Riferimento: | CO-132 |
Autore | Giovanni Antonio MAGINI |
Anno: | 1606 ca. |
Zona: | Siena |
Luogo di Stampa: | Bologna |
Misure: | 460 x 350 mm |
Riferimento: | CO-132 |
Autore | Giovanni Antonio MAGINI |
Anno: | 1606 ca. |
Zona: | Siena |
Luogo di Stampa: | Bologna |
Misure: | 460 x 350 mm |
Descrizione
Nel cartiglio in alto a sinistra il titolo TERRITORIO DI SIENA. In basso, nel cartiglio a destra, (dove si notano abrasioni) la dedica All’ Ill.mo et Ecc.mo S.r mio P[at]ro[nus] Col.mo Il S.r Marchese Piriteo Malvezzi Governatore e luogoten[en]te G[ene]rale della Città e Stato di Siena ecc. Fabio di Gio[vanni] Ant.o Magini. a sinistra la scala grafica Scala di miglia quindici (15 miglia pari a mm 47). Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, il nord in alto. Graduazione ai margini per la latitudine di 5’ in 5’ da 41° 47’ a 43° 20’ (41° 34’ a 43° 7’ lato destro), per la longitudine di 1’ in 1’ da 32° 43’ a 35° 36’ (32° 55’ a 35° 49’ lato in alto).
La carta del Magini del senese deriva dalle carte del monaco olivetano Stefano Buonsignori: “si deduce che fino al 1606 il Magini non aveva potuto avere disegni ufficiali, inediti, né per il Dominio Fiorentino, né per il Senese (e probabilmente, come vedremo, neppure per il Lucchese); né tali disegni ebbe in seguito — tranne che pel Lucchese — essendo il Granduca molto restio a farne parte a privati; per il che il Magini dovette rassegnarsi a riprodurre carte già stampate, e cioè tanto per il Dominio Fiorentino quanto per il Senese le famose carte di Stefano Buonsignori. Infatti, un confronto accurato fra la carta del Dominio Fiorentino del Buonsignori (1584) e quella del Magini, che è solo leggermente più piccola e abbraccia sostanzialmente lo stesso quadro, rivela una identità quasi perfetta per tutti gli elementi del disegno cartografico, orografia, idrografia, centri abitati. Anche i confini del Dominio sono desunti dal Buonsignori. Il Magini ha al solito completato il quadro della carta, oltre i confini del Dominio, utilizzando i materiali di altre sue carte (Modenese, Romagne, Stato di Urbino, Senese ecc.), non però quelli della carta del Lucchese, che ebbe solo assai più tardi. Anche il disegno delle isole Gorgona, Capraia e Meloria deriva dal Buonsignori. Solo alcuni nomi regionali — Casentino, Pratomagno, Nievole, Gherardesca — sono aggiunti dal Magini; originale è poi l’inserzione della rete delle coordinate geografiche, delle quali la carta del Buonsignori è priva. La dedica è aggiunta dopo, poiché si conoscono esemplari, del resto identici agli altri, che ne sono mancanti. Anche per il Senese la identità tra il Buonsignori ed il Magini è quasi perfetta, anzi in questo caso la scala è pur sensibilmente la stessa; se la carta maginiana ha dimensioni maggiori di quella del monaco toscano, ciò si deve al solito fatto che il Magini ha incluso i territori circostanti. Qualche lieve divergenza riguarda il territorio di Piombino e dintorni, per il quale il Magini deve avere attinto ad una fonte particolare alcune indicazioni (Porto Baratto, Caldane palude, Selva Vetletto, Rocchetto) che mancano nel Buonsignori. Originale è il disegno dell'Elba, corrispondente a quello della carta speciale, che sarà esaminata altrove, come pure il disegno di Pianosa e Monte Christo. Qualche altra divergenza deriva da correzioni fatte sul rame: la più notevole tra esse, riguardante l'alto corso dell’Olpita affluente di sinistra del Fiore (Fiora), che esce da un lago (di Mezzano) a SE di Pitigliano, fu fatta in base ai materiali che il Magini utilizzò poi per l'Orvietano, come si dirà. I confini del Territorio senese sono desunti dal Buonsignori. La dedica attuale della carta del Senese è sovrapposta ad altra precedente, firmata dal Magini” (cfr. R. Almagià, L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nei secoli XVI e XVII (1922). pp. 63-64.
Carta geografica tratta dal L’Italia a cura di Fabio Magini, edito a Bologna nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre.
Composta da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright.
Bibliografia
R. Almagià, L'Italia di Giovanni Antonio Magini e la Cartografia dell'Italia nei secoli XVI e XVII (1922): pp. 62-66, n. 17; Pellegrini (2002): pp. 33, 132-135, XI.
Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.
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Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.
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