Melchiesedec offre ad Abramo pane e vino
Riferimento: | S39872 |
Autore | Sisto BADALOCCHIO |
Anno: | 1607 |
Misure: | 180 x 135 mm |
Riferimento: | S39872 |
Autore | Sisto BADALOCCHIO |
Anno: | 1607 |
Misure: | 180 x 135 mm |
Descrizione
Acquaforte, circa 1607, firmata in lastra. Bellissima prova, con pieni margini, alcuni strappi nei margini bianchi dove sono presenti delle leggere gore d’acqua che non intaccano la parte incisa, per il resto in buono stato di conservazione.
La tavola appartiene alla famosa Bibbia di Raffaello, incisa da Sisto Badalocchio e Giovanni Lanfranco, dal titolo Historia del Testamento Vecchio dipinta in Roma nel Vaticano da Raffaello da Urbino et intagliata in rame da Sisto Badalocchi et Giovanni Lanfranchi Parmigian. Al Sig. Annibale Carracci. In Roma appresso a Giovanni Orlandi. Con licenza de' Superiori. 1607.
La serie fu realizzata intorno al 1607 a Roma, dove i due artisti erano allievi di Annibale Carracci; 28 delle tavole sono incise da Lanfranco, 23 da Badalocchio. Le opere derivano dagli affreschi di Raffaello nella loggia del Vaticano.
Scrive Michael Bury in The Print in Italy, BM 2001, cat.90: “The etchings reverse Raphael's compositions. Mussini noted a tendency to simplification and alteration, especially in Badalocchio (Mussini, 1979, p.61); Borea suggested that the prints are the result of some critical reflection (1986, p.xvi). In the plate shown here, the spatial structure is substantially altered by cutting the height of the scene, making Isaac's head almost touch the top edge. This is in line with what is done in many others, by Sisto Badalocchio as well as Lanfranco. The effect is to increase the size and impact of the figures, for it is their movements and their relationships with one another that are at the centre of attention.
The long dedication to Annibale Carracci reveals that the drawings had been made during the previous summer, while the Pope was away from the Vatican. Annibale's illness had prevented Badalocchio and Lanfranco from studying with him, and, keen to pursue their studies during this period, they had turned to the work of Raphael, whom Annibale always praised so much. They had now decided to publish their drawings for the benefit of young students of painting who live far away, executing them in etching 'for greater speed' ("per maggiore prestezza"). It is pointed out that not everyone has appreciated the Loggie frescoes as much as they deserve, believing them to have only been designed by Raphael; however for the variety of the inventions and for their sublime subjects they are worthy of the highest regard. Ginzburg Carignani (1996, p.130 and n.112) has shown that the preface was not in fact written by the two pupils, but by G.B.Agucchi (1570-1632) the patron and writer on art. Agucchi was a great champion of the Carracci and of Annibale in particular, seeing them as the reformers who had restored painting to the true path marked out first by the ancients and then, in modern times, by Raphael”.
Bibliografia
TIB.40.6
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Sisto BADALOCCHIO (Parma 1581 – Odogno 1647)
Pittore e acquafortista italiano. La sua formazione artistica si svolse nel circolo di Carracci. Secondo Malvasia, frequentò con tutta probabilità la scuola di Agostino Carracci a Bologna, prima di tornare a Parma, nel 1600, come suo stesso pupillo allorché Agostino venne chiamato al servizio di Ranuccio I Farnese, Quarto Duca di Parma. Alla morte del Maestro, avvenuta nel 1602, Badalocchio e il suo giovane pupillo Giovanni Lanfranco, vennero inviati a Roma dal Duca per portare a termine il loro apprendistato presso lo studio di Annibale Carracci, all’epoca in forze a Palazzo Farnese. Badalocchio rimase presso Annibale fino alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1609. Prese parte alla maggior parte dei progetti portati avanti dagli apprendisti dello studio, come gli affreschi della Galleria di Palazzo Farnese, quelli della Cappella Herrera di S. Maria di Monserrato a Roma (oggi staccati dalle mura e divisi tra Madrid, Prado e Barcellona), sebbene sia ancora da stabilire in quale misura egli contribuì. Le prime opere che portano la sua firma sono delle acqueforti, una (1606) con la rappresentazione della scultura del Laocoonte (Roma, Museo Vaticano, Pio-Clementino) e 23 (1607, parte di una serie di 54 eseguita in collaborazione con Lanfranco) con rappresentazioni degli affreschi raffaelleschi delle Logge Vaticane. Da ognuna di esse traspare l’impronta romana del suo apprendistato; i suoi dipinti della prima ora rivelano l’influenza di Lanfranco, destinata a durare per tutta la sua carriera artistica. Il vivace gioco di luci ed ombre suggerisce la sua vicinanza con la scuola Emiliana.
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Bibliografia
TIB.40.6
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Sisto BADALOCCHIO (Parma 1581 – Odogno 1647)
Pittore e acquafortista italiano. La sua formazione artistica si svolse nel circolo di Carracci. Secondo Malvasia, frequentò con tutta probabilità la scuola di Agostino Carracci a Bologna, prima di tornare a Parma, nel 1600, come suo stesso pupillo allorché Agostino venne chiamato al servizio di Ranuccio I Farnese, Quarto Duca di Parma. Alla morte del Maestro, avvenuta nel 1602, Badalocchio e il suo giovane pupillo Giovanni Lanfranco, vennero inviati a Roma dal Duca per portare a termine il loro apprendistato presso lo studio di Annibale Carracci, all’epoca in forze a Palazzo Farnese. Badalocchio rimase presso Annibale fino alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1609. Prese parte alla maggior parte dei progetti portati avanti dagli apprendisti dello studio, come gli affreschi della Galleria di Palazzo Farnese, quelli della Cappella Herrera di S. Maria di Monserrato a Roma (oggi staccati dalle mura e divisi tra Madrid, Prado e Barcellona), sebbene sia ancora da stabilire in quale misura egli contribuì. Le prime opere che portano la sua firma sono delle acqueforti, una (1606) con la rappresentazione della scultura del Laocoonte (Roma, Museo Vaticano, Pio-Clementino) e 23 (1607, parte di una serie di 54 eseguita in collaborazione con Lanfranco) con rappresentazioni degli affreschi raffaelleschi delle Logge Vaticane. Da ognuna di esse traspare l’impronta romana del suo apprendistato; i suoi dipinti della prima ora rivelano l’influenza di Lanfranco, destinata a durare per tutta la sua carriera artistica. Il vivace gioco di luci ed ombre suggerisce la sua vicinanza con la scuola Emiliana.
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