Incoronazione della Vergine

Assunta o Incoronazione della Vergine, bulino, circa 1800, da Maso Finiguerra.

Copia “moderna” della composizione di Maso Finiguerra, di cui si conoscono, oltre alla lastra conservata al Museo Nazionale del Bargello (inv. 33 OR), due calchi in zolfo (uno conservato a Parigi, Musée du Louvre, collezione E. de Rothschild; uno a Londra, British Museum, Department of Prints and Drawings) e la prova su carta della BnF.

Questa stampa venne realizzata a seguito della scoperta, da parte dell'abate Pietro Zani, presso il Cabinet des estampes di Parigi: nel 1797 l'erudito scoprì tra i materiali provenienti dalla collezione dell'abate Michel de Marolles una prova su carta dalla pace niellata con l'Incoronazione della Vergine, realizzata per il battistero di San Giovanni a Firenze, attribuita a Maso Finiguerra e conservata oggi al Museo Nazionale del Bargello. Da quella impressione su carta fu incisa all'acquaforte una copia fedele, nello stesso verso, da L. Pauquet, che fu pubblicata anche nei Materiali di Zani del 1802, e copiata da J. Gerstner per illustrare il frontespizio dell'edizione del XIII volume del Peintre graveur di A. Bartsch edito nel 1811.

Maso Finiguerra (Firenze, 1426 – Firenze, 23 agosto 1464) è stato un incisore e orefice italiano, specializzato nell'arte del niello. Lavorò con Lorenzo Ghiberti alle porte del Battistero di Firenze. Secondo Giorgio Vasari è l'inventore dell'incisione con bulino su metallo che è all'origine della stampa calcografica.

Bellissima prova, impressa su carta vergata del XIX secolo, carta leggermente brunita, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Arthur M. Hind, Early Italian engraving, a critical catalogue with complete reproduction of all the prints described. Part I, Florentine engravings and anonymous prints of other schools, 1938, 151; Gisèle Lambert, Les premières gravures italiennes: Quattrocento-début du Cinquecento: inventaire de la collection du département des estampes et de la photographie, Bibliothèque nationale de France, cop. 1999, n° 1.