Les Royaumes d'Espagne et de Portugal
Riferimento: | S27970 |
Autore | Giuseppe REMONDINI |
Anno: | 1801 |
Zona: | Penisola Iberica |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 125 x 110 mm |
Riferimento: | S27970 |
Autore | Giuseppe REMONDINI |
Anno: | 1801 |
Zona: | Penisola Iberica |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 125 x 110 mm |
Descrizione
La carta proviene dall'Atlas Géographique, dressé sur les meilleures Cartes de ces derniers tems, à l'usage des Ecoles, et de toute la Jeunesse des deux Sexes, pubblicato a Venezia, da Giuseppe Remondini, nel 1801. L'atlante si compone di 60 tavole e riprende nel formato, nel titolo e nel frontespizio figurato un analogo atlante realizzato da Giovanni Antonio Rizzi Zannoni (1736-1814) nel 1762.
Giuseppe Remondini apparteneva a una famiglia originaria di Bassano, centro che nel corso del XVIII secolo aveva visto fiorire un discreto numero di stamperie. I Remondini divennero, nella seconda metà del XVIII secolo, sotto la direzione di Giuseppe, una delle prime industrie produttrici di carta stampata in Europa; nei loro stabilimenti si produceva di tutto: dalla carta per parati suppone sia stata una loro invenzione che si alle immagini sacre e popolari, dai testi scientifici ai più raffinati lavori editoriali.
Acquaforte, coloritura coeva, leggere ossidazioni, per il resto in ottimo stato di conservazione. Non comune.
Giuseppe REMONDINI (1745 - 1811)
I Remondini furono una famiglia di stampatori che operarono a Bassano del Grappa da metà del XVII a metà del XIX secolo. Giovanni Antonio Remondini nacque a Padova nel 1634. Nel 1657, poco più che ventenne, prese casa nella piazza principale di Bassano. Aprì un negozio di telerie, lane, sete e attrezzi di ferro. In seguito, aggiunse alle sue merci anche xilografie di santi e di soggetti popolari, che i contadini acquistavano a protezione delle loro case. Remondini sviluppò una propria stamperia, acquistando un vecchio torchio, dal quale ebbe origine una delle più importanti calcografie d'Europa. Alle stampe dai colori vivaci si aggiunsero giochi, come il giro dell'oca o i soldatini di carta, e i libretti di storie per soddisfare i gusti del popolo minuto. Nel 1711, alla morte del fondatore, il patrimonio fu diviso tra gli eredi e la stamperia toccò al figlio Giuseppe (Bassano 1672 - ivi 1750 circa), e ai suoi discendenti. Giuseppe impresse un deciso sviluppo all'impresa, assumendo la proprietà, o quantomeno il controllo, di diverse cartiere.
Dai laboratori di Bassano iniziò a uscire una straordinaria varietà di prodotti il cui immaginario iconografico dipendeva molto dalle mode e delle loro evoluzioni: ventole, giochi da tavolo di ogni genere realizzati anche in lingue diverse, carte da gioco, vedute ottiche di città utilizzate negli spettacoli di mondo nuovo, stampe predisposte per essere incollate ai mobili detti «a lacca povera» o su altri oggetti, come scatole e tabacchiere, fogli con figure da ritagliare con gruppi di immagini quali presepi, soldatini, mestieri, biglietti da visita, carta da parati, tutti materiali puntualmente registrati nei ricchissimi cataloghi che dal 1729 iniziarono a essere regolarmente pubblicati e che costituiscono una delle fonti principali per lo studio della produzione dei Remondini (Remondini, 1990, pp. 77-81; Carnelos, 2008, pp. 37-39). Giuseppe curò anche la costituzione di un laboratorio affidato alle cure di Giuliano Giampiccoli e quindi di Antonio Baratti per la formazione pratica degli incisori necessari alla ditta, impropriamente definito «scuola di intaglio». Impiantò una tipografia anche a Venezia, e qui il figlio Giovan Battista (Bassano 1713 - Castello Tesino 1776) chiamò a collaborare i migliori incisori del tempo. Col figlio di Giovan Battista, Giuseppe (Bassano 1754 - ivi 1811) e il fratello Antonio Bartolomeo, la calcografia raggiunse un importante dimensione; la produzione aumentò fino a raggiungere un livello planetario. La vecchia rete dei venditori porta a porta fu sostituita da un'efficiente rete di distributori in proprio, organizzati per aree geografiche. I Tesini percorrevano l'Europa dalla Germania ai Paesi nordici, per poi spingersi a ovest verso le Americhe; gli Schiavoni, cui era affidato l'intero est del mondo, giungevano sino all'Oceano Pacifico. Con queste due grandi centrali distributive, la rete commerciale della stamperia era in grado di raggiungere quattro continenti.
Sotto la direzione del figlio di Giuseppe, Francesco Girolamo (1773-1820) fu, tuttavia, scossa da controversie giuridiche e dagli eventi politici; la decadenza cominciò nella prima metà dell'Ottocento, dopo le invasioni napoleoniche. All'inizio del secolo la stamperia dei Remondini contava 18 torchi per impressioni tipografiche e xilografiche, 24 per incisioni in rame, attrezzature per la stampa di carte speciali e le carte da parati, 4 cartiere e una fonderia per i caratteri in piombo, che davano lavoro ad oltre 1.000 operai. Nel 1840 la produzione era ancora notevole, ma già si accumulava l'invenduto. Nel 1848 cominciò il tracollo; i negozi furono chiusi, e tutto il materiale venduto (1859-60) e nel 1861 l'azienda chiuse i battenti.
Bibliografia
A. Bertarelli, La Remondiniana di Bassano Veneto, in “Emporium”, LXVIII (1928), pp. 358-369; M. Infelise, I Remondini di Bassano. Stampa e industria nel Veneto del Settecento, Bassano del Grappa 1990; A.W.A. Boschloo, The prints of the Remondinis: an attempt to reconstruct an eighteenth-century world of pictures, Amsterdam 1998; L. Carnelos, I libri da risma. Catalogo delle edizioni R. a larga diffusione (1650-1850), Milano 2008; A. Milano, Selling prints for the R.’: Italian pedlars from the Tesino and Natisone Valleys travelling through Europe during the eighteenth century, in Not dead things the dissemination of popular print in England and Wales, Italy, and the Low Countries, 1500-1820, Amsterdam 2013, pp 75-96.
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Giuseppe REMONDINI (1745 - 1811)
I Remondini furono una famiglia di stampatori che operarono a Bassano del Grappa da metà del XVII a metà del XIX secolo. Giovanni Antonio Remondini nacque a Padova nel 1634. Nel 1657, poco più che ventenne, prese casa nella piazza principale di Bassano. Aprì un negozio di telerie, lane, sete e attrezzi di ferro. In seguito, aggiunse alle sue merci anche xilografie di santi e di soggetti popolari, che i contadini acquistavano a protezione delle loro case. Remondini sviluppò una propria stamperia, acquistando un vecchio torchio, dal quale ebbe origine una delle più importanti calcografie d'Europa. Alle stampe dai colori vivaci si aggiunsero giochi, come il giro dell'oca o i soldatini di carta, e i libretti di storie per soddisfare i gusti del popolo minuto. Nel 1711, alla morte del fondatore, il patrimonio fu diviso tra gli eredi e la stamperia toccò al figlio Giuseppe (Bassano 1672 - ivi 1750 circa), e ai suoi discendenti. Giuseppe impresse un deciso sviluppo all'impresa, assumendo la proprietà, o quantomeno il controllo, di diverse cartiere.
Dai laboratori di Bassano iniziò a uscire una straordinaria varietà di prodotti il cui immaginario iconografico dipendeva molto dalle mode e delle loro evoluzioni: ventole, giochi da tavolo di ogni genere realizzati anche in lingue diverse, carte da gioco, vedute ottiche di città utilizzate negli spettacoli di mondo nuovo, stampe predisposte per essere incollate ai mobili detti «a lacca povera» o su altri oggetti, come scatole e tabacchiere, fogli con figure da ritagliare con gruppi di immagini quali presepi, soldatini, mestieri, biglietti da visita, carta da parati, tutti materiali puntualmente registrati nei ricchissimi cataloghi che dal 1729 iniziarono a essere regolarmente pubblicati e che costituiscono una delle fonti principali per lo studio della produzione dei Remondini (Remondini, 1990, pp. 77-81; Carnelos, 2008, pp. 37-39). Giuseppe curò anche la costituzione di un laboratorio affidato alle cure di Giuliano Giampiccoli e quindi di Antonio Baratti per la formazione pratica degli incisori necessari alla ditta, impropriamente definito «scuola di intaglio». Impiantò una tipografia anche a Venezia, e qui il figlio Giovan Battista (Bassano 1713 - Castello Tesino 1776) chiamò a collaborare i migliori incisori del tempo. Col figlio di Giovan Battista, Giuseppe (Bassano 1754 - ivi 1811) e il fratello Antonio Bartolomeo, la calcografia raggiunse un importante dimensione; la produzione aumentò fino a raggiungere un livello planetario. La vecchia rete dei venditori porta a porta fu sostituita da un'efficiente rete di distributori in proprio, organizzati per aree geografiche. I Tesini percorrevano l'Europa dalla Germania ai Paesi nordici, per poi spingersi a ovest verso le Americhe; gli Schiavoni, cui era affidato l'intero est del mondo, giungevano sino all'Oceano Pacifico. Con queste due grandi centrali distributive, la rete commerciale della stamperia era in grado di raggiungere quattro continenti.
Sotto la direzione del figlio di Giuseppe, Francesco Girolamo (1773-1820) fu, tuttavia, scossa da controversie giuridiche e dagli eventi politici; la decadenza cominciò nella prima metà dell'Ottocento, dopo le invasioni napoleoniche. All'inizio del secolo la stamperia dei Remondini contava 18 torchi per impressioni tipografiche e xilografiche, 24 per incisioni in rame, attrezzature per la stampa di carte speciali e le carte da parati, 4 cartiere e una fonderia per i caratteri in piombo, che davano lavoro ad oltre 1.000 operai. Nel 1840 la produzione era ancora notevole, ma già si accumulava l'invenduto. Nel 1848 cominciò il tracollo; i negozi furono chiusi, e tutto il materiale venduto (1859-60) e nel 1861 l'azienda chiuse i battenti.
Bibliografia
A. Bertarelli, La Remondiniana di Bassano Veneto, in “Emporium”, LXVIII (1928), pp. 358-369; M. Infelise, I Remondini di Bassano. Stampa e industria nel Veneto del Settecento, Bassano del Grappa 1990; A.W.A. Boschloo, The prints of the Remondinis: an attempt to reconstruct an eighteenth-century world of pictures, Amsterdam 1998; L. Carnelos, I libri da risma. Catalogo delle edizioni R. a larga diffusione (1650-1850), Milano 2008; A. Milano, Selling prints for the R.’: Italian pedlars from the Tesino and Natisone Valleys travelling through Europe during the eighteenth century, in Not dead things the dissemination of popular print in England and Wales, Italy, and the Low Countries, 1500-1820, Amsterdam 2013, pp 75-96.
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