La Impresa del Isola et Citta di Cadis di spagna fatta alli 2 luglio 1596...
Riferimento: | S40844 |
Autore | Giacomo FRANCO |
Anno: | 1596 ca. |
Zona: | Cadice |
Misure: | 220 x 165 mm |
Riferimento: | S40844 |
Autore | Giacomo FRANCO |
Anno: | 1596 ca. |
Zona: | Cadice |
Misure: | 220 x 165 mm |
Descrizione
Acquaforte e bulino, 1596, firmata in lastra in basso con l’imprint Franco fecit.
Si tratta di una carta d’occasione, nata per documentare il primo assedio di Cadice.
La presa di Cadice (o primo assedio di Cadice), fu uno scontro navale combattuto nella baia di Cadice, in Spagna, dal 30 giugno al 15 luglio 1596, nell'ambito della guerra degli ottant'anni. Le truppe inglesi di Robert Devereux, II conte di Essex e una grande flotta anglo-olandese comandata da Charles Howard, I conte di Nottingham, col supporto delle Province Unite olandesi, mosse contro la città spagnola di Cadice.
Per la mancanza di organizzazione degli spagnoli, gli anglo-olandesi incontrarono ben poca resistenza. Per negare agli aggressori le loro prede di guerra, gli spagnoli incendiarono le navi della loro flotta ancorata nella baia di Cadice quando compresero di aver ormai perduto; le forze attaccanti sbarcarono, catturarono, saccheggiarono e bruciarono la città e fecero diversi ostaggi tra i cittadini più illustri che vennero portati in Inghilterra in attesa del pagamento del loro riscatto.
Rarissima.
Bibliografia
J. Halle, Newe Zeitungen: Relationen, Flugschriften, Flugblätter, Einblattdrucke von 1470 bis 1820 (1967): p. 158, n. 667.
Giacomo FRANCO (Venezia o Urbino 1550 - Venezia 1620)
Figlio naturale del pittore e incisore Battista Franco, esercitò, operando sempre a Venezia, il mestiere di incisore, calcografo, editore benché nel suo testamento, rogato il 16 giugno 1620 egli si definisca "desegnador". Il suo nome non ricorre mai negli atti dell'arte dei "libreri, stampatori e ligadori", mentre si trova negli elenchi della corporazione dei pittori, alle date 1606 e 1619, termini che indicano probabilmente l'anno di iscrizione all'arte, e quello di cessazione dell'attività.
L'attività del Franco si esplicò, in un primo tempo, nel campo dell'incisione di tavole, a bulino o acquaforte, seguendo forse le orme paterne: Battista Franco aveva infatti realizzato, soprattutto nel soggiorno giovanile a Roma, stampe di traduzione dagli affreschi della cappella Sistina e dalle stanze di Raffaello. Il 16 Nov 1591 ottenne un privilegio per un "Libro delli Habiti alla Venetiana"; un secondo privilegio, il 20 luglio, 1596, per la scrittura di un libro di modelli di cucitura (mostre da cucir), con 16 xilografie e 8 incisioni (Nuova inventione de diverse mostre, Venezia 1596). Infine, un altro privilegio, 15 novembre 1597, per il volume di Giuseppe Rosaccio "Il viaggio da Venezia a Costantinopoli".
Come editore,pubblicò, tra le altre, opere di Enea Vico; P. Bertelli; O. Fialetti e Jacopo Palma il Giovane. Si specilalizzò in stampe sui costumi e la vita veneziana (Habiti d'huomeni et donne venetiane con la processione della Ser.ma Signoria ed altri particolari…;La città di Venezia con l'origine e governo di quella e gli Habiti delle donne venetiane). Nel 1611 uscì l'ultima opera stampata per i tipi del F., il De excellentia et nobilitate delineationis libri duo. Il trattato comprende studi anatomici ad acquaforte e a bulino incisi da Jacopo Palma il Giovane, o derivati da suoi disegni e, nel secondo libro, studi di cammei, rilievi, decorazione "all'antica", incisi dal padre del Franco e probabilmente ritoccati dal figlio.
Nel suo testamento lasciava i suoi risparmi a F. Bertelli stampatore, e a Tiziano pittore, da identificarsi con Tizianello, figlio di Marco Vecellio; mentre uno stampatore di nome Pietro avrebbe dovuto entrare in possesso di tutti gli altri suoi beni, comprese le stampe.
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Giacomo FRANCO (Venezia o Urbino 1550 - Venezia 1620)
Figlio naturale del pittore e incisore Battista Franco, esercitò, operando sempre a Venezia, il mestiere di incisore, calcografo, editore benché nel suo testamento, rogato il 16 giugno 1620 egli si definisca "desegnador". Il suo nome non ricorre mai negli atti dell'arte dei "libreri, stampatori e ligadori", mentre si trova negli elenchi della corporazione dei pittori, alle date 1606 e 1619, termini che indicano probabilmente l'anno di iscrizione all'arte, e quello di cessazione dell'attività.
L'attività del Franco si esplicò, in un primo tempo, nel campo dell'incisione di tavole, a bulino o acquaforte, seguendo forse le orme paterne: Battista Franco aveva infatti realizzato, soprattutto nel soggiorno giovanile a Roma, stampe di traduzione dagli affreschi della cappella Sistina e dalle stanze di Raffaello. Il 16 Nov 1591 ottenne un privilegio per un "Libro delli Habiti alla Venetiana"; un secondo privilegio, il 20 luglio, 1596, per la scrittura di un libro di modelli di cucitura (mostre da cucir), con 16 xilografie e 8 incisioni (Nuova inventione de diverse mostre, Venezia 1596). Infine, un altro privilegio, 15 novembre 1597, per il volume di Giuseppe Rosaccio "Il viaggio da Venezia a Costantinopoli".
Come editore,pubblicò, tra le altre, opere di Enea Vico; P. Bertelli; O. Fialetti e Jacopo Palma il Giovane. Si specilalizzò in stampe sui costumi e la vita veneziana (Habiti d'huomeni et donne venetiane con la processione della Ser.ma Signoria ed altri particolari…;La città di Venezia con l'origine e governo di quella e gli Habiti delle donne venetiane). Nel 1611 uscì l'ultima opera stampata per i tipi del F., il De excellentia et nobilitate delineationis libri duo. Il trattato comprende studi anatomici ad acquaforte e a bulino incisi da Jacopo Palma il Giovane, o derivati da suoi disegni e, nel secondo libro, studi di cammei, rilievi, decorazione "all'antica", incisi dal padre del Franco e probabilmente ritoccati dal figlio.
Nel suo testamento lasciava i suoi risparmi a F. Bertelli stampatore, e a Tiziano pittore, da identificarsi con Tizianello, figlio di Marco Vecellio; mentre uno stampatore di nome Pietro avrebbe dovuto entrare in possesso di tutti gli altri suoi beni, comprese le stampe.
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