Tempio di Cliturno tra Levligno e Spoletti
Riferimento: | S46152 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1748 ca. |
Zona: | Tempio del Clitunno |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 305 x 170 mm |
Riferimento: | S46152 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1748 ca. |
Zona: | Tempio del Clitunno |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 305 x 170 mm |
Descrizione
Veduta tratta dal celebre Alcune Vedute di Archi Trionfali ed altri monumenti inalzati da Romani parte de quali se veggono in Roma e parte per l'Italia, per la prima volta pubblicato nel 1748.
Acquaforte e bulino, circa 1748, firmato in lastra in basso.
Il tempietto del Clitunno è un piccolo sacello a forma di tempio nel comune di Campello sul Clitunno (PG). Si trova a circa 1 km a valle delle sorgenti del fiume Clitunno ("Fonti del Clitunno"), in una zona dove si trovano altre risorgive ("Vene del Tempio"), nella frazione di Pissignano. Fa parte del sito seriale "Longobardi in Italia: i luoghi del potere", comprendente sette luoghi densi di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree dell'arte longobarda, iscritto alla Lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO nel giugno 2011.
Appartiene ad una serie di vedute tratta dagli schizzi che Piranesi raccolse a Roma ed in viaggio per l’Italia, tra il 1743 e il 1747; la prima parte raffigura resti antichi all’interno della città e la seconda rovine visibili al di fuori. La prima edizione titolata Antichità romane de’ tempi della repubblica, e de’ primi imperatori...dopo il 1761 venne rinominata Alcune vedute di archi trionfali ed altri monumenti...e fu arricchita con altre due tavole: Veduta dell’arco fabbricato in onore d’Augusto vicino alla città di Aosta (incisa da Piranesi su disegno di Sir Roger Newdigate nel 1775) e Tempio di Minerva Medica (di Francesco Piranesi). Rispetto alla prima edizione alcune tavole sono mutate d’ordine e di numerazione e l’inciso risulta rielaborato.
Ottimo esemplare, impresso su carta vergata coeva, in buono stato di conservazione.
Bibliografia
H. Focillon, Giovan Battista Piranesi 1720-1778 (1918): n. 68; J. Wilton-Ely, Giovan Battista Piranesi, The complete etchings (1994): n. 130; Le Blanc C., Manuel de l'amateur d'Estampes, 6, V. 3 P. 207, 1854-59; Nagler G.K., Neues Allgemeines Künstler-Lexikon, 5, V. 11 P. 360, 1835-52; C.A. Petrucci, Catalogo Generale Delle Stampe Tratte Dai Rami Incisi Posseduti Dalla Calcografia Nazionale, 368, P. 262, 1953.
Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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