Il Pont Neuf a Parigi

Riferimento: S30095
Autore Stefano Della BELLA
Anno: 1646
Misure: 685 x 360 mm
4.500,00 €

Riferimento: S30095
Autore Stefano Della BELLA
Anno: 1646
Misure: 685 x 360 mm
4.500,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1646, firmata e datata in lastra in basso. Esemplare nel rarissimo primo stato di quattro, avanti il gallo sopra il campanile della chiesa di San Germain de L’Auxerrois.

Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame o con sottilissimi margini, piccole abrasioni visibili al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione.

La veduta di Parigi presa dal Ponte Neuf rappresenta uno dei capolavori di Stefano della Bella. La tavola, la più grande dell’autore, è straordinariamente animata da centinaia di personaggi e animali in un grande intreccio di scene di vita quotidiana.

Massar descrive solo due stati dell’opera, ampliati a quattro da Silverio Salamon. Il primo stato, indicato come raro, si riconosce per l’assenza del piccolo gallo sul campanile della chiesa indicata nella legenda con il numero 8, cosa che, secondo Massar, potrebbe non essere causata direttamente dalla stampa ma da qualcuno che avrebbe “grattato” l’opera. 

Stefano della Bella fu uno degli incisori più interessanti e originali nella Firenze del XVII secolo e può considerarsi l’unico geniale continuatore dell’opera di Jacques Callot. La sua educazione artistica ebbe inizio a Firenze nella bottega degli orafi Gasparo Mola e Orazio Vanni, e la precisione del segno, tipica dell’arte orafa resterà caratteristica del suo stile. Studiò poi presso Giovanni Battista Vanni e forse anche presso il Cantagallina e Cesare Dandini, ma ben presto si dedicò all'incisione. Il suo vero maestro può considerarsi Jacques Callot, l’incisore francese che soggiornò a lungo a Firenze lasciando una forte impronta nel panorama artistico della città.

Gli anni più importanti della sua carriera sono quelli che trascorre a Parigi, dal 1639 al 1650, stipendiato da Lorenzo de' Medici: lavorò insieme ad Israel Silvestre, con gli editori Langlois, Ciartres e Pierre Mariette, per stampatori francesi e per commissioni di gran prestigio, come quelle del 1641 per il cardinale Richelieu che gli affidò le illustrazioni delle sue imprese guerresche.

Intorno al 1647, durante un viaggio in Olanda, dove eseguì le acqueforti con le vedute del porto di Amsterdam, incontrò Rembrandt e da quella data notiamo una eco profonda dell’arte dell’olandese nella grafica del Della Bella.

Bibliografia

De Vesme-Massar 850 I/II; Salamon, Stefano della Bella, 169-71 I/IV.

Stefano Della BELLA (Firenze 1610 - 1664)

Stefano della Bella fu uno degli incisori più interessanti e originali nella Firenze del XVII secolo e può considerarsi l’unico geniale continuatore dell’opera di Jacques Callot. La sua educazione artistica ebbe inizio a Firenze nella bottega degli orafi Gasparo Mola e Orazio Vanni, e la precisione del segno, tipica dell’arte orafa resterà caratteristica del suo stile. Studiò poi presso Giovanni Battista Vanni e forse anche presso il Cantagallina e Cesare Dandini, ma ben presto si dedicò all'incisione. Il suo vero maestro può considerarsi Jacques Callot, l’incisore francese che soggiornò a lungo a Firenze lasciando una forte impronta nel panorama artistico della città. Lorenzo dé Medici prese a proteggere il piccolo Stefano, e dal 1633 al 1636 lo invitò a Roma, dove l’artista studiò realizzando numerose copie dall’antico e da opere di Polidoro, e dove incise la sua prima opera importante: l’Entrata a Roma dell’ambasciatore di Polonia Giorgio Ossolinsky nel 1633. Del 1634 sono altre celebri incisioni edite invece a Firenze, come le otto Vedute di mare che verranno poco dopo copiate dal francese F. Collignon, o gli Apparati per le esequie di Francesco de' Medici, a cui faranno seguito altre illustrazioni di apparati e feste fiorentine. Gli anni più importanti della sua carriera sono quelli che trascorre a Parigi, dal 1639 al 1650, stipendiato da Lorenzo de' Medici: lavorò insieme ad Israel Silvestre, con gli editori Langlois, Ciartres e Pierre Mariette, per stampatori francesi e per commissioni di gran prestigio, come quelle del 1641 per il cardinale Richelieu che gli affidò le illustrazioni delle sue imprese guerresche. Accanto a incisioni "ufficiali", abbondano le serie per gli amatori: vedute e capricci, paesaggi e battaglie, frontespizi e studi didattici, scene sacre, piani topografici, ritratti, animali, e fantasiose invenzioni ornamentali che saranno importantissime per lo sviluppo del gusto rococò. Intorno al 1647, durante un viaggio in Olanda, dove eseguì le acqueforti con le vedute del porto di Amsterdam, incontrò Rembrandt e da quella data notiamo una eco profonda dell’arte dell’olandese nella grafica del Della Bella. Rientrò in patria nel 1650, favorevolmente riaccolto dai Medici che non mancheranno di dargli commissioni, intrecciate tuttavia con una intensa attività personale, anche per i suoi editori francesi. Dopo una lunga malattia morì a Firenze nel 1664, senza lasciare una vera e propria scuola, ma una produzione esemplare di cui molti profitteranno, in Italia e fuori, fino al secolo XVIII e oltre.

Stefano Della BELLA (Firenze 1610 - 1664)

Stefano della Bella fu uno degli incisori più interessanti e originali nella Firenze del XVII secolo e può considerarsi l’unico geniale continuatore dell’opera di Jacques Callot. La sua educazione artistica ebbe inizio a Firenze nella bottega degli orafi Gasparo Mola e Orazio Vanni, e la precisione del segno, tipica dell’arte orafa resterà caratteristica del suo stile. Studiò poi presso Giovanni Battista Vanni e forse anche presso il Cantagallina e Cesare Dandini, ma ben presto si dedicò all'incisione. Il suo vero maestro può considerarsi Jacques Callot, l’incisore francese che soggiornò a lungo a Firenze lasciando una forte impronta nel panorama artistico della città. Lorenzo dé Medici prese a proteggere il piccolo Stefano, e dal 1633 al 1636 lo invitò a Roma, dove l’artista studiò realizzando numerose copie dall’antico e da opere di Polidoro, e dove incise la sua prima opera importante: l’Entrata a Roma dell’ambasciatore di Polonia Giorgio Ossolinsky nel 1633. Del 1634 sono altre celebri incisioni edite invece a Firenze, come le otto Vedute di mare che verranno poco dopo copiate dal francese F. Collignon, o gli Apparati per le esequie di Francesco de' Medici, a cui faranno seguito altre illustrazioni di apparati e feste fiorentine. Gli anni più importanti della sua carriera sono quelli che trascorre a Parigi, dal 1639 al 1650, stipendiato da Lorenzo de' Medici: lavorò insieme ad Israel Silvestre, con gli editori Langlois, Ciartres e Pierre Mariette, per stampatori francesi e per commissioni di gran prestigio, come quelle del 1641 per il cardinale Richelieu che gli affidò le illustrazioni delle sue imprese guerresche. Accanto a incisioni "ufficiali", abbondano le serie per gli amatori: vedute e capricci, paesaggi e battaglie, frontespizi e studi didattici, scene sacre, piani topografici, ritratti, animali, e fantasiose invenzioni ornamentali che saranno importantissime per lo sviluppo del gusto rococò. Intorno al 1647, durante un viaggio in Olanda, dove eseguì le acqueforti con le vedute del porto di Amsterdam, incontrò Rembrandt e da quella data notiamo una eco profonda dell’arte dell’olandese nella grafica del Della Bella. Rientrò in patria nel 1650, favorevolmente riaccolto dai Medici che non mancheranno di dargli commissioni, intrecciate tuttavia con una intensa attività personale, anche per i suoi editori francesi. Dopo una lunga malattia morì a Firenze nel 1664, senza lasciare una vera e propria scuola, ma una produzione esemplare di cui molti profitteranno, in Italia e fuori, fino al secolo XVIII e oltre.