Ovis Indiea Pecora d'India / Leo Capra Capra Leonina
Riferimento: | s34504 |
Autore | Antonio TEMPESTA |
Anno: | 1620 |
Misure: | 415 x 280 mm |
Riferimento: | s34504 |
Autore | Antonio TEMPESTA |
Anno: | 1620 |
Misure: | 415 x 280 mm |
Descrizione
Due incisioni impresse su un foglio di carta vergata, disegnate ed incise, all'acquaforte e al bulino, da Antonio Tempesta.
Le due immagini furono pubblicate nella serie Nuova raccolta de li Animali più curiosi del mondo […], di Antonio Tempesta, opera che conobbe numerose edizioni dopo la prima del 1620, edita da Giandomenico de Rossi.
L'opera è un bestiario, privo di testo, che comprende in buona parte la prima e ampia iconografia zoologica, ma anche animali fantastici della tradizione mitologica, come il grifone o il satiro marino.
Le immagini dell'opera, nella prima edizione 222, erano distribuite su 111 fogli oblunghi, con due lastre stampate per ciascun foglio. Ciascuna immagine ha una didascalia con il nome dell'animale raffigurato in latino e in italiano.
Foglio in ottimo stato di conservazione con margini originali.
Dimensioni della singola incisone: 137x97.
Antonio TEMPESTA (Firenze 1555 – Roma 1630)
Pittore e incisore. Si formò a Firenze con Santi di Tito e poi con G. Stradano (col quale collaborò in Palazzo Vecchio sotto la direzione di G. Vasari), che esercitò su T. un'influenza determinante. Verso il 1575 si stabilì a Roma, dove si specializzò in affreschi di carattere decorativo lasciandone piacevoli esempî in edifici religiosi (S. Giovanni dei Fiorentini, S. Stefano Rotondo, battistero lateranense) e in dimore private (palazzo Pallavicini Rospigliosi, palazzo del Quirinale, Villa d'Este a Tivoli, palazzo Farnese a Caprarola). Fecondo incisore, eseguì numerose serie di acqueforti, privilegiando scene di caccia e di battaglie.
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Antonio TEMPESTA (Firenze 1555 – Roma 1630)
Pittore e incisore. Si formò a Firenze con Santi di Tito e poi con G. Stradano (col quale collaborò in Palazzo Vecchio sotto la direzione di G. Vasari), che esercitò su T. un'influenza determinante. Verso il 1575 si stabilì a Roma, dove si specializzò in affreschi di carattere decorativo lasciandone piacevoli esempî in edifici religiosi (S. Giovanni dei Fiorentini, S. Stefano Rotondo, battistero lateranense) e in dimore private (palazzo Pallavicini Rospigliosi, palazzo del Quirinale, Villa d'Este a Tivoli, palazzo Farnese a Caprarola). Fecondo incisore, eseguì numerose serie di acqueforti, privilegiando scene di caccia e di battaglie.
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