Carta geometrica della Toscana ricavata dal vero [...] dedicata a S. A. I. e R. Leopoldo II , Principe Imperiale d'Austria...

Riferimento: S49622
Autore Giovanni INGHIRAMI
Anno: 1830
Zona: Toscana
Luogo di Stampa: Firenze
Misure: 1140 x 1480 mm
1.200,00 €

Riferimento: S49622
Autore Giovanni INGHIRAMI
Anno: 1830
Zona: Toscana
Luogo di Stampa: Firenze
Misure: 1140 x 1480 mm
1.200,00 €

Descrizione

Carta geometrica della Toscana ricavata dal vero nella proporzione di 1 a 200.000 e dedicata a S. A. I. e R. Leopoldo II , Principe Imperiale d'Austria, Principe Reale d'Ungheria e di Boemia, Arciduca d'Austria, granduca di Toscana etc. etc. dal suo ossequiosissimo servo e suddito Giovanni Inghirami delle Scuole Pie, Firenze 1830.

Grande e importante rilievo geografico della Toscana (misura mm 1480x1140), composta da 4 fogli incisi in rame, intelati e ripiegati dentro custodia coeva in cartone marmorizzato.

I due fogli settentrionali recano in alto l’elenco delle principali quote calcolate in piedi francesi. I due fogli meridionali contengono numerose piantine di città alla scala di 1:35000, il titolo, la legenda dei segni convenzionali, le scale grafiche. Altre scale utilizzate: di 15 miglia italiane di 60 al grado = mm 140 e di 5000 braccia fiorentine per le piante delle città e terre = mm 85.

Opera di estrema importanza nella storia della cartografia toscana: con essa e con la formazione del “Catasto Geometrico – Particellare Lorenese” si attuava per il paese la nuova era della “cartografia scientifica”; il progetto di Giovanni Inghirami segnò un assoluto primato europeo nella realizzazione coordinata di cartografia a fini catastali e cartografia corografica per finalità amministrative e scientifiche. 

Il margine inferiore reca piccole mappe di Firenze, Pisa, Siena, Livorno, Pistoia, Arezzo, Prato, Volterra, ed altre 18 più piccole città.

“La certezza di poter giungere alla realizzazione della carta pervenne ad Inghirami solo dopo la decretazione regia del 7 ottobre 1817, sia perché le iniziative intraprese a titolo personale dallo scolopio avevano riscosso una generale approvazione sul piano scientifico, sia perché, dopo circa ottant’anni, nello Stato “per la prima volta tutti si riunirono i mezzi necessarii al buon’esito di questo assunto grandioso: profonda e stabil pace, pubblica opulenza, volontà sovrana, legge del Catasto, copia di eletti ed opportuni strumenti” (Inghirami G., 1831, p. 70). Non bastava, cioè provvedere solo a creare una solida rete geodetica per costruire una carta geometrica dello Stato, perché il materiale cartografico disponibile all’epoca era costituito da “abbozzi di carte e di descrizioni non solo ammezzate ed informi, ma erronee e sfigurate in maniera, che niun profitto, niun materiale avrebbe potuto trarsene, per la compilazione della vera Mappa toscana” (Inghirami G., 1831, p. 70). Bisognava, in altri termini, condurre un’operazione di rilevamento topografico sistematica e regolare per tutto il territorio, che potesse godere dell’imprescindibile appoggio alla rete trigonometrica dello Stato e che fosse realizzata con criteri di omogeneità generale, sia nella selezione dei particolari topografici da registrare, sia nell’impiego di metodi e di strumenti. Dopo circa dieci anni di misure, di calcoli e di disegni di tutte le mappe catastali, furono portate a compimento, operando esclusivamente nell’ipotesi di Terra piana. Da tali elaborati di base furono derivati i quadri d’insieme, che furono a loro volta ridotti alla scala 1:200000 per l’allestimento della gran carta corografica toscana” (cfr. Andrea Cantile La Carta Geometrica della Toscana: affrancamento dalla “disonorante indolenza” e primato cartografico europeo, p. 85).

Padre Giovanni Inghirami nacque a Volterra il 26 aprile del 1779 e fu un grande astronomo, geodeta e geografo. L'11 dicembre del 1795 entrò nella Congregazione degli Scolopi. Fu membro di numerose accademie, fra cui la Crusca, quella dei Quaranta e le accademie geografiche di Berlino e di Londra. Iniziò la triangolazione della Toscana producendo la Carta Geometrica del Granducato. Diresse l’Osservatorio fino al 1848. Morì a Firenze il 15 agosto del 1851.

Minime ossidazioni, per il resto in buono stato di conservazione.

Bibliografia

Andra Cantile, La Carta Geometrica della Toscana: affrancamento dalla “disonorante indolenza” e primato cartografico europeo in “Toscana geometrica La prima corografia geodetica regionale e il contributo dell’Osservatorio Ximeniano”, Firenze - Istituto Geografico Militare – 2008, pp. 85-104.

Giovanni INGHIRAMI (Volterra 1779 - Firenze 1851)

Giovanni Inghirami (Volterra, 16 aprile 1779 – Firenze, 15 agosto 1851) è stato un presbitero e astronomo italiano. Da lui prendono il nome una valle sulla Luna ed un cratere, il cratere Inghirami. Nella sua famiglia si distinguono altri due studiosi: Tommaso (1470-1516) (un umanista), e Francesco (1772-1846), (un archeologo), fratello di Giovanni. Ricevette la sua educazione nella città nativa al Collegio di San Michele, presso i frati scolopi. Entrò nell'ordine religioso a 17 anni e più tardi divenne professore di matematica e filosofia a Volterra, dove uno dei suoi allievi fu il futuro papa Pio IX. Nel 1805 viaggiò nel nord dell'Italia e fu impegnato per qualche mese in attività scientifica a Milano. Fu quindi chiamato a Firenze per coprire il doppio incarico di insegnante di matematica ed astronomia al Collegio degli Scolopi. Le sue prime pubblicazioni furono articoli di idraulica, statica ed astronomia, tavole astronomiche e manuali di base in matematica, trigonometria e geografia. Nel 1830, dopo osservazioni prolungate per 14 anni, pubblicò, sotto il patronato del granduca Ferdinando III, una "Carta topografica e geometrica della Toscana" in scala 1:200,000. Quando l'Accademia delle Scienze di Berlino intraprese la costruzione di un completo atlante astronomico, gli fu assegnata una sezione. Il suo lavoro in questo compito gli fece ottenere grandi elogi. Divenne in seguito provinciale e generale del suo ordine, ma la sua salute cagionevole ed il suo amore per la ricerca scientifica lo spinsero a rifiutare questo secondo incarico, che ne avrebbe richiesto il trasferimento a Roma, e ad accettare la posizione di vicario-generale. Ritornò a Firenze e, anche se quasi cieco, da alcuni molti anni, continuò l'opera di insegnante fino a pochi mesi prima della morte.

Giovanni INGHIRAMI (Volterra 1779 - Firenze 1851)

Giovanni Inghirami (Volterra, 16 aprile 1779 – Firenze, 15 agosto 1851) è stato un presbitero e astronomo italiano. Da lui prendono il nome una valle sulla Luna ed un cratere, il cratere Inghirami. Nella sua famiglia si distinguono altri due studiosi: Tommaso (1470-1516) (un umanista), e Francesco (1772-1846), (un archeologo), fratello di Giovanni. Ricevette la sua educazione nella città nativa al Collegio di San Michele, presso i frati scolopi. Entrò nell'ordine religioso a 17 anni e più tardi divenne professore di matematica e filosofia a Volterra, dove uno dei suoi allievi fu il futuro papa Pio IX. Nel 1805 viaggiò nel nord dell'Italia e fu impegnato per qualche mese in attività scientifica a Milano. Fu quindi chiamato a Firenze per coprire il doppio incarico di insegnante di matematica ed astronomia al Collegio degli Scolopi. Le sue prime pubblicazioni furono articoli di idraulica, statica ed astronomia, tavole astronomiche e manuali di base in matematica, trigonometria e geografia. Nel 1830, dopo osservazioni prolungate per 14 anni, pubblicò, sotto il patronato del granduca Ferdinando III, una "Carta topografica e geometrica della Toscana" in scala 1:200,000. Quando l'Accademia delle Scienze di Berlino intraprese la costruzione di un completo atlante astronomico, gli fu assegnata una sezione. Il suo lavoro in questo compito gli fece ottenere grandi elogi. Divenne in seguito provinciale e generale del suo ordine, ma la sua salute cagionevole ed il suo amore per la ricerca scientifica lo spinsero a rifiutare questo secondo incarico, che ne avrebbe richiesto il trasferimento a Roma, e ad accettare la posizione di vicario-generale. Ritornò a Firenze e, anche se quasi cieco, da alcuni molti anni, continuò l'opera di insegnante fino a pochi mesi prima della morte.