Dardanel d'natolia/ Stretto de Costantinopoli
Riferimento: | S26289 |
Autore | Giuseppe ROSACCIO |
Anno: | 1598 |
Zona: | Dardanelli |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 175 x 100 mm |
Riferimento: | S26289 |
Autore | Giuseppe ROSACCIO |
Anno: | 1598 |
Zona: | Dardanelli |
Luogo di Stampa: | Venezia |
Misure: | 175 x 100 mm |
Descrizione
Carta tratta dal celebre “Viiaggio da Venezia a Costantinopoli" del Rosaccio, illustrate dalle tavole di Giacomo Franco.
Nel 1597 viene stampata la "Descrittione Geografica delle Isole, città e fortezze principali che si trovano in mare nel viaggio da Venetia à Costantinopoli; con molte altre a questo vicine, di nuovo aggiunte. Racolte con molta acuratezza da Giacomo Franco". L’opera reca in calce l’imprint Venetia, Presso il Franco 1597.
Nel 1597 chiede e ottiene un privilegio per il volume del medico e geografo di Pordenone Giuseppe
Rosaccio (1530-1620 circa), “Il viaggio da Venezia a Costantinopoli”, che viene alla luce con il titolo Viaggio da Venetia a Costantinopoli per mare, e per terra, & insieme quello di Terra Santa. Da Gioseppo Rosaccio con brevita descritto. Nel quale, oltre à Settantadui disegni, di geografia, e corografia si discorre, quanto in esso viaggio, si ritrova. Cioe. Citta, Castelli, Porti, Golfi, Isole, Monti, Fiumi, e Mari. Opera utile, à Mercanti Marinai et à Studiosi di Geografia.
Nel testo del Viaggio… le nozioni di natura prettamente storica e geografica sono utilizzate da Rosaccio per la costruzione e per il completamento di un itinerario di viaggio che sia “utile” - come è specificato nel sottotitolo - non solo agli studiosi di geografia, ma in primo luogo a mercanti e marinai.
Il Viaggio… rientra in una sotto-tipologia di testi che diffondevano e illustravano – grazie alle ricche e dettagliate descrizioni, che accompagnano immagini e carte di viaggio relative a isole, porti e terreferme - le mutate concezioni geografiche seguite alle numerose e importanti scoperte compiute tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. L’opera del Rosaccio, infatti, presenta una raccolta di 76 carte con incisioni che rappresentano graficamente le tappe dell’itinerario descritto dall’autore, raffigurando le principali città, tratti di costa, golfi, ma anche vedute, castelli, fortezze. Si potrebbe senz’altro
definire il corpus delle incisioni come la parte più importante dell’opera: il testo, infatti, nelle parole dello stesso autore, non rappresenta altro che una vera e propria didascalia destinata ad accompagnare e commentare ogni immagine. Nelle didascalie, però, si ‘infiltrano’ ulteriori dati, di carattere prevalentemente storico ed etnografico, in grado di restituire un quadro più completo e articolato dei luoghi e delle popolazioni incontrate lungo il tragitto che da Venezia portava i naviganti a Costantinopoli. L’opera di Rosaccio, dunque, coniuga l’illustrazione cartografica dell’itinerario con la tradizione popolare dei pellegrinaggi in Terra Santa. Le due tradizioni, quella degli isolari e quella dei pellegrinaggi in Terra Santa, si fondono in un’opera odeporica che vuole essere in primo luogo utile e che trova, perciò, il suo tratto distintivo proprio nella “brevità” con cui lo scrittore “promette” al lettore di trattare gli argomenti. Il vero fruitore dell’opera è dunque ogni viaggiatore, che si trovi a dover percorrere, per qualunque motivo, l’itinerario da Venezia a Costantinopoli - così come era accaduto a Marco Veniero, ambasciatore veneto a Costantinopoli, a cui l’editore Giacomo Franco dedica il Viaggio… - “in modo che egli si possa non solo leggendo imparare, ma quasi vedere in fatto con gli occhi propri” le isole e le coste, che si incontrano lungo l’itinerario (cfr. Carriero, Giuseppe Rosaccio.Viaggio da Venetia a Costantinopoli Per Mare, e Per Terra, Da Gioseppo Rosaccio con brevità descritto, 2009).
L’opera conosce numerose edizioni; alla Marciana [245.d.253] e conservata la raccolta di tavole stampata da Giacomo Franco nel 1597, mentre l’edizione del Viaggio… – con il testo di Rosaccio e la dedica a Marco Venier – viene alla luce nel 1598, e conosce una ristampa nel 1608. Le tavole vengono poi ristampate da Marco Sadeler e, come già osservato, in seguito saranno inserite nell’edizione stampata in Venetia Apresso Stefano Scolari a S. Zul[ian].
Incisione in rame, in perfetto stato di conservazione. Rara.
Bibliografia
S. Bifolco, Città e Fortezze Principali del Mondo, in S. Bifolco-F. Ronca (a cura di) "Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo. Catalogo ragionato delle opere a Stampa" (2018), pp. 129, 149, 150-151, n. 71.
|
Giuseppe ROSACCIO Pordenone circa 1530 – Venezia 1621
Medico e geografo italiano, nato a Pordenone verso il 1530, morto intorno al 1620; è noto per alcune opere geografiche e cosmografiche, che, sebbene di non gran mole, gli procurarono qualche fama e furono più volte ristampate. Tra esse il Teatro del Cielo e della Terra (Venezia 1595), il Mondo e le sue parti, cioè Europa, Affrica, Asia et America (Verona 1596), il Microcosmo (Firenze 1600), il Mondo elementare e celeste (Treviso 1604), il Discorso sulla nobiltà ed eccellenza della Terra (Firenze, s. a.). Egli curò anche un'edizione della Geografia di Tolomeo, stampata a Venezia nel 1599, corredandola con alcuni Discorsi e 42 tavole nuove. È autore anche di un planisfero di grandi dimensioni (Venezia 1597), di una gran carta d'Italia (Firenze 1609) e di una della Toscana (Firenze 1609). In tutte queste sue opere dimostra peraltro scarsa originalità. (Almagià)
|
Bibliografia
S. Bifolco, Città e Fortezze Principali del Mondo, in S. Bifolco-F. Ronca (a cura di) "Cartografia e Topografia Italiana del XVI secolo. Catalogo ragionato delle opere a Stampa" (2018), pp. 129, 149, 150-151, n. 71.
|
Giuseppe ROSACCIO Pordenone circa 1530 – Venezia 1621
Medico e geografo italiano, nato a Pordenone verso il 1530, morto intorno al 1620; è noto per alcune opere geografiche e cosmografiche, che, sebbene di non gran mole, gli procurarono qualche fama e furono più volte ristampate. Tra esse il Teatro del Cielo e della Terra (Venezia 1595), il Mondo e le sue parti, cioè Europa, Affrica, Asia et America (Verona 1596), il Microcosmo (Firenze 1600), il Mondo elementare e celeste (Treviso 1604), il Discorso sulla nobiltà ed eccellenza della Terra (Firenze, s. a.). Egli curò anche un'edizione della Geografia di Tolomeo, stampata a Venezia nel 1599, corredandola con alcuni Discorsi e 42 tavole nuove. È autore anche di un planisfero di grandi dimensioni (Venezia 1597), di una gran carta d'Italia (Firenze 1609) e di una della Toscana (Firenze 1609). In tutte queste sue opere dimostra peraltro scarsa originalità. (Almagià)
|