Ziget fortezza nel paese d'Ongheria, preso dal campo de Turchi l'anno 1566 alli 14 settembro essendo stato lunga mente diffe

Riferimento: MS7271
Autore Domenico ZENOI
Anno: 1566 ca.
Zona: Szigetvár
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 200 x 150 mm
750,00 €

Riferimento: MS7271
Autore Domenico ZENOI
Anno: 1566 ca.
Zona: Szigetvár
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 200 x 150 mm
750,00 €

Descrizione

Carta topografica raffigurante l’assedio di Szigetvár.

Firmata da Domenico Zenoi, è parte della celebre raccolta di cartografia urbana che questi pubblica, insieme a Paolo Forlani, nel 1567 con il titolo “Il primo libro delle citta, et fortezze principali del mondo". L’opera è di incredibile rarità e non ebbe una grande fortuna editoriale.

Forse perché le lastre furono acquisite dall’editore Bolognino Zaltieri, che le utilizza per la raccolta di cartografia urbana realizzata da Giulio Ballino, denominata "De’ disegni delle più illustri città e fortezze del mondo", edita sempre a Venezia solo due anni dopo, nel 1569.

Giulio Ballino era un avvocato veneziano che frequentava la casa dei Manunzio già verso il 1530, dedicandosi in gioventù allo studio dei classici. Il libro “De’ disegni delle più illustri città, et fortezze del mondo”, stampato da Bolognino Zaltieri, è costituito da cinquanta vedute ed una carta geografica.

L’opera rappresenta il primo tentativo, nell’ambito dell’editoria italiana, della realizzazione di un testo/atlante delle principali fortezze e città del mondo. A differenza dei suoi predecessori, dei quali utilizza spesso i rami e le iconografie, egli concepisce un’opera unitaria corredata di testi e di indice, della quale, per la prima volta, si è ha conoscenza dell’esatto numero di tavole che la compongono. Sicuramente ispirata all’opera del Du Pinet Plantz, "Pourtraitz et descriptions de plusieurs ville set forteresses..", la raccolta del Ballino è molto probabilmente solo una parte del progetto iniziale, molto più ampio. Egli probabilmente intendeva pubblicare un’edizione in latino, sperando di lanciare la sua opera a livello europeo, ma si arrese davanti alla pubblicazione del primo libro del "Civitates Orbis Terrarum" di Georg Braun & Fransz Hogenberg, che in qualche modo bruciò parecchie delle iniziative editoriali sull’iconografia urbana.

Le carte della raccolta sono datate tra il 1566 ed il 1568; secondo un recente studio di Albert Ganado (1993), trentadue di queste risultano essere ristampe dei rami di Paolo Forlani e di Domenico Zenoi, per la prima volta apparsi ne "Il primo libro delle città, et fortezze principali del mondo del Forlani" (1567); questo cospicuo gruppo di tavole è inserito nella raccolta con alcuni ritocchi nelle lastre, che vengono modificate. Altre furono per la prima volta pubblicate da Ferrando Bertelli nel Disegni di alcune più illustri città di fortezze del mondo con aggiunte di alcune isole principali, datato 1568. Il resto delle tavole sono di anonimi incisori di cui l’autore si servì per la sua opera, probabilmente anche per ritoccare le lastre di cui era già in possesso.

Alcuni esemplari di questa rara opera recano il frontespizio allegorico inciso da Nicolò Nelli, famoso incisore e calcografo veneziano della seconda metà del ‘500; altri esemplari viceversa hanno un frontespizio non inciso. Entrambe le versioni sono edite dallo Zaltieri nel 1569. Difficile stabilire quale sia la prima stesura e quale quella successiva, la sola differenza è infatti notabile nel testo al verso delle carte, che può variare nella dimensione dei caratteri. Altra differenza che alcune carte sono numerate al verso, mentre le stesse, esaminate in altri esemplari, sono prive di questo numero di pagina. Per semplice deduzione logica possiamo affermare che gli esemplari privi del numero siano antecedenti, teoria tuttavia non del tutto surrogata dall’esame di più esemplari dell’opera.

Acquaforte e bulino, con pieni margini, in perfetto stato di conservazione.

Bibliografia

Szalai Béla (2001): p. 121, tav. 216, nn. 1567/1, 1569/1; Tooley (1939): n. 542.

Domenico ZENOI (Attivo tra il 1559 e il 1574)

Incisore, orafo ed editore, fu attivo a Venezia e a Padova. Zenoi lavorava ad opere cartografiche a partire dal 1559, negli anni successivi la sua attività si infittisce specializzandosi nelle piante di fortezze e di città. Tra le poche notizie documentate relative alla sua attività, è attestato che nel 1566 richiese al Senato un privilegio di 15 anni per le immagini devozionali, i ritratti e le mappe che intendeva pubblicare. Il privilegio gli fu concesso dai Capi del Consiglio dei Dieci il 5 dicembre del 1566. Solo un mese più tardi, l'11 Gennaio, ottenne un secondo privilegio che contemplava anche il vincolo per Zenoi di sottoporre ogni stampa al vaglio degli Esecutori contro la bestemmia, per verificare che non vi fossero rappresentazioni oscene. Per stampe oscene e sonetti osceni ritrovati nella bottega del Camocio, per il quale Zenoi lavorò, furono entrambi multati nel 1598. Zenoi collaborò, inoltre, anche con Donato e Ferrando Bertelli, Bolognino Zaltieri, Pierre de Huchin.

Bibliografia

Szalai Béla (2001): p. 121, tav. 216, nn. 1567/1, 1569/1; Tooley (1939): n. 542.

Domenico ZENOI (Attivo tra il 1559 e il 1574)

Incisore, orafo ed editore, fu attivo a Venezia e a Padova. Zenoi lavorava ad opere cartografiche a partire dal 1559, negli anni successivi la sua attività si infittisce specializzandosi nelle piante di fortezze e di città. Tra le poche notizie documentate relative alla sua attività, è attestato che nel 1566 richiese al Senato un privilegio di 15 anni per le immagini devozionali, i ritratti e le mappe che intendeva pubblicare. Il privilegio gli fu concesso dai Capi del Consiglio dei Dieci il 5 dicembre del 1566. Solo un mese più tardi, l'11 Gennaio, ottenne un secondo privilegio che contemplava anche il vincolo per Zenoi di sottoporre ogni stampa al vaglio degli Esecutori contro la bestemmia, per verificare che non vi fossero rappresentazioni oscene. Per stampe oscene e sonetti osceni ritrovati nella bottega del Camocio, per il quale Zenoi lavorò, furono entrambi multati nel 1598. Zenoi collaborò, inoltre, anche con Donato e Ferrando Bertelli, Bolognino Zaltieri, Pierre de Huchin.