Moles, quam Hadrianus Imp. inxta Aelium pontem, e regione Mausolei Augusti...

Riferimento: S46340
Autore Giovanni Battista de’ CAVALIERI
Anno: 1569
Zona: Castel Sant'Angelo
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 225 x 170 mm
350,00 €

Riferimento: S46340
Autore Giovanni Battista de’ CAVALIERI
Anno: 1569
Zona: Castel Sant'Angelo
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 225 x 170 mm
350,00 €

Descrizione

Veduta tratta da "Urbis Romae aedificiorum illustriumquae […] supersunt reliquiae summa cum diligentia a Joanne Antonio Dosio stilo ferreo ut hodie cernuntur descriptae et a Jo Baptista de Cavaleriis aeneis tabulis incisis repraesentatae", la nota raccolta di antichi edifici romani pubblicata dal Cavalieri nel 1569 da disegni dell'architetto e scultore Giovanni Antonio Dosio.

Importantissimo documento che raffigura le nuove fortificazioni di Castel S. Angelo e la parte di Borgo che venne abbattuta per la realizzazione di Via della Conciliazione.

Deriva da un’incisione di Giulio de Musi stampata a Roma nel 1557.

L'incisione mostra le fortificazioni temporanee volute da papa Paolo IV (1555-1559) e affidate a Camillo Orsini (1493-1559), comandante della piazza di Parma e Capitano Generale dell'esercito del Papa, tra il 1556 e il 1557, per contrastare l'invasione dello Stato Pontificio da parte degli spagnoli guidati dal duca D'Alba. «Come in Borgo, si eseguirono fortificazioni anche in Trastevere e nuove opere esterne a Castel S. Angelo. Tutto questo però non bastava contro un attacco serio, perché per quanti bastioni fossero cominciati, non uno solo era compiuto» (von Pastor, VI, p. 396). Le difese infatti, non avendo il tempo di predisporre le corrette opere in muratura, furono completate a mezzo di terra e fascine di legna. La minaccia della scorreria delle truppe spagnole fu scongiurata dalla pace firmata a Cave il 14 settembre 1557 e la notte stessa tra il 14 e il 15 settembre le barricate posticce crollarono sotto la spinta di un’esondazione del Tevere.

Acquaforte e bulino, impressa su di un foglio di carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione.

Giovanni Battista de’ CAVALIERI (1525-1601)

Incisore, stampatore ed editore, originario di Villa Lagarina, nei pressi di Trento. Attivo a Venezia dal 1559 e a Roma dal 1577, dove aprì una bottega nel quartiere Parione (successivamente affittata ad un cartolaio, Girolamo Agnelli). Risiedeva nel vicolo di Palazzo Savelli, con uno studio vicino all’abitazione. Divenne cognato di Lorenzo Vaccari. Realizzò lastre per Antonio Salamanca, Lafrery e Faleto. Iniziò a pubblicare le sue opere intorno al 1560, ma sempre in partnership con altri: nel 1567 con Perino Zecchini e nel 1576 con Lorenzo Vaccari. Nel 1577 assunse uno stampatore: Francesco Cornuti. Acquistò anche vecchie lastre, che re-incise. Pubblicò opere di suoi contemporanei, tra cui: Francesco Salviati, Daniele da Volterra, Raffaello, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Livio Agresti e Baccio Bandelli. Realizzò anche copie di stampe antecedenti. I soggetti preferiti erano quelli devozionali, topografici, antichità, didattici e “popolari”. Pubblicò svariate raccolte monumentali di un certo rilievo: Pontificum Romanorum Effigies del 1580 e il Romanorum Imperatorum Effigies del 1583; l'Ecclesiae Anglicanae Trophea del 1584; Antiquarum Statuarum Urbis Romae, il cui primo libro è stato pubblicato prima del 1561/2.

Giovanni Battista de’ CAVALIERI (1525-1601)

Incisore, stampatore ed editore, originario di Villa Lagarina, nei pressi di Trento. Attivo a Venezia dal 1559 e a Roma dal 1577, dove aprì una bottega nel quartiere Parione (successivamente affittata ad un cartolaio, Girolamo Agnelli). Risiedeva nel vicolo di Palazzo Savelli, con uno studio vicino all’abitazione. Divenne cognato di Lorenzo Vaccari. Realizzò lastre per Antonio Salamanca, Lafrery e Faleto. Iniziò a pubblicare le sue opere intorno al 1560, ma sempre in partnership con altri: nel 1567 con Perino Zecchini e nel 1576 con Lorenzo Vaccari. Nel 1577 assunse uno stampatore: Francesco Cornuti. Acquistò anche vecchie lastre, che re-incise. Pubblicò opere di suoi contemporanei, tra cui: Francesco Salviati, Daniele da Volterra, Raffaello, Michelangelo, Polidoro da Caravaggio, Livio Agresti e Baccio Bandelli. Realizzò anche copie di stampe antecedenti. I soggetti preferiti erano quelli devozionali, topografici, antichità, didattici e “popolari”. Pubblicò svariate raccolte monumentali di un certo rilievo: Pontificum Romanorum Effigies del 1580 e il Romanorum Imperatorum Effigies del 1583; l'Ecclesiae Anglicanae Trophea del 1584; Antiquarum Statuarum Urbis Romae, il cui primo libro è stato pubblicato prima del 1561/2.