Prospectus Portae Flaminiae Vulgo Populi

Riferimento: S46637
Autore Lievin CRUYL
Anno: 1666 ca.
Zona: Piazza del Popolo
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 495 x 380 mm
1.250,00 €

Riferimento: S46637
Autore Lievin CRUYL
Anno: 1666 ca.
Zona: Piazza del Popolo
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 495 x 380 mm
1.250,00 €

Descrizione

Veduta di Piazza del Popolo incisa da Lievin Cruyl per l'editore Giovanni Battista de Rossi nel 1666.

Esemplare nel secondo stato di tre, con l'indirizzo di Matteo Gregorio de Rossi e la data 1692. Nel cielo sono aggiunti i due angeli che sostengono lo stemma di Roma; ritocchi a bulino sulle figure in primo piano e sul palazzo a destra.

Cruyl inizia a disegnare ed incidere vedute nel momento in cui si trasferisce a Roma, intorno al 1664.

Le prime opere furono i ventuno disegni, un tempo conservati all’Albertina di Vienna ed oggi divisi tra Cleveland Museum e Rijksmuseum. I disegni risultano, per finalità incisorie, in controparte rispetto ai luoghi rappresentati.

Solo dieci di questi soggetti furono incisi dal Cruyl e pubblicati per la prima volta nel 1666 da Giovan Battista de Rossi in un volume dedicato a papa Alessandro VII, dal titolo Prospectus loco rum Urbis Romae Insignis, opera che in seguito fu ristampata da Matteo Gregorio de Rossi nel 1692/98. Cruyl caratterizza ogni sua veduta con l’inserimento di figure perfettamente aderenti al contesto urbano e, allo stesso tempo, descrive e definisce monumenti esistenti nella città di Papa Chigi. Per raggiungere il suo obbiettivo l’artista non esita ad alterare la realtà prospettica ne a modificare lo spazio urbano.

Lievin Cruyl (1640-1720) disegnatore fiammingo di vedute prospettiche, originario di Gand, si trasferì a Roma nel 1644. Insieme a Giovan Battista Falda e a Israel Silvestre fu uno dei rinnovatori della veduta romana del XVII secolo. Seppure risentì della concezione cinquecentesca del ruolo dell’antico nell’immagine di Roma, rappresentò le novità architettoniche urbanistiche della Roma di Alessandro VII (Fabio Chigi 1655- 1667), caratterizzando le sue vedute con piccole scene di genere secondo la tradizione fiamminga. Nella rappresentazione dello spazio urbano Cruyl altera la prospettiva, alzando il punto di vista e dilatando il campo di visuale, utilizzando le più avanzate tecniche ottiche del tempo. 

Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con pieni margini, minimi restauri al verso della piega centrale verticale, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

B. Jatta, Lievin Cruyl e la sua opera grafica, p. 157/9S, figg. 72-73.

Lievin CRUYL (Ghendt 1640 - 1720)

Lievin Cruyl (1640-1720) disegnatore fiammingo di vedute prospettiche, originario di Ghent, si trasferì a Roma nel 1644. Insieme a Giovan Battista Falda e a Israel Silvestre fu uno dei rinnovatori della veduta romana del XVII secolo. Seppure risentì della concezione cinquecentesca del ruolo dell’antico nell’immagine di Roma, rappresentò le novità architettoniche urbanistiche della Roma di Alessandro VII (Fabio Chigi 1655- 1667), caratterizzando le sue vedute con piccole scene di genere secondo la tradizione fiamminga. Nella rappresentazione dello spazio urbano Cruyl altera la prospettiva, alzando il punto di vista e dilatando il campo di visuale, utilizzando le più avanzate tecniche ottiche del tempo. L’artista eseguì una serie di dodici vedute a penna a inchiostro bruno e acquerello grigio e azzurro su pergamene incollate su tavolette di legno, delle quali undici conservate al Museo di Roma, provenienti dalla donazione Pecci-Blunt. Risulta mancante la veduta di San Pietro, oggi dispersa. Non appartengono alla serie, le due vedute di Campo Vaccino e di Porta del popolo. I disegni furono eseguiti da Cruyl intorno al 1670 per l'ambasciatore di Spagna. Alla metà del XVIII secolo la serie fu donata all'Infante di Spagna Don Luis Antonio, fratello di Carlo II.

Lievin CRUYL (Ghendt 1640 - 1720)

Lievin Cruyl (1640-1720) disegnatore fiammingo di vedute prospettiche, originario di Ghent, si trasferì a Roma nel 1644. Insieme a Giovan Battista Falda e a Israel Silvestre fu uno dei rinnovatori della veduta romana del XVII secolo. Seppure risentì della concezione cinquecentesca del ruolo dell’antico nell’immagine di Roma, rappresentò le novità architettoniche urbanistiche della Roma di Alessandro VII (Fabio Chigi 1655- 1667), caratterizzando le sue vedute con piccole scene di genere secondo la tradizione fiamminga. Nella rappresentazione dello spazio urbano Cruyl altera la prospettiva, alzando il punto di vista e dilatando il campo di visuale, utilizzando le più avanzate tecniche ottiche del tempo. L’artista eseguì una serie di dodici vedute a penna a inchiostro bruno e acquerello grigio e azzurro su pergamene incollate su tavolette di legno, delle quali undici conservate al Museo di Roma, provenienti dalla donazione Pecci-Blunt. Risulta mancante la veduta di San Pietro, oggi dispersa. Non appartengono alla serie, le due vedute di Campo Vaccino e di Porta del popolo. I disegni furono eseguiti da Cruyl intorno al 1670 per l'ambasciatore di Spagna. Alla metà del XVIII secolo la serie fu donata all'Infante di Spagna Don Luis Antonio, fratello di Carlo II.