Portici della Piazza di S. Pietro di Roma
Riferimento: | S41413 |
Autore | Giovanni Battista BONACINA |
Anno: | 1656 |
Zona: | San Pietro |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 840 x 535 mm |
Riferimento: | S41413 |
Autore | Giovanni Battista BONACINA |
Anno: | 1656 |
Zona: | San Pietro |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 840 x 535 mm |
Descrizione
Bulino, 1660 circa, firmato nel margine inferiore a destra: Opus Equitis Joannis Laurentij e a sinistra: Joannes Baptista Bonaccina sculp. Nel margine di destra, legenda A – H esplicativa dei diversi disegni; a sinistra è riportato il dettaglio delle misure dei Portici.
Al centro, su due stendardi sostenuti da angeli, è spiegato, in latino e in italiano, il motivo dell'erezione dei portici. Da un disegno di Gian Lorenzo Bernini
Planimetrie, con prospettiva aerea e, in basso, frontale del portico della Basilica di San Pietro a Roma. La prospettiva dall’alto riflette una fase progettuale, mai realizzata, in cui la piazza sarebbe stata quasi completamente chiusa da un terzo porticato – il famoso Terzo Braccio, ideato dal Bernini.
Nel 1659, Alessandro VII richiede a Giovanni Battista Bonacina l’incisione con l’immagine ufficiale del colonnato (quotata in palmi romani) da inviare alle corti europee per lumeggiare quello strano cantiere del braccio settentrionale, nel quale sono innalzati – in quel momento – 47 fusti delle 128 colonne (32 nella prima fila, 6 nella seconda, 1 nella terza, 8 negli ingressi).
Nell’incisione di Giovan Battista Bonacina si legge: «E poichè molti lontani paesi desiderano vedere il disegno di ques’opera così famosa si è stimato bene per sodisfare alla loro curiosità di mandarlo alle stampe».
Questa incisione, insieme all’altra, dello stesso anno, la Medaglia in onore di papa Alessandro VII, sempre su progetto grafico di Bernini (Mosca, Museo Puskin, inv. 7590) è stata collocata dalla letteratura più recente nelle coordinate di una precisa politica culturale di papa Alessandro VII, convinto sostenitore del potere di diffusione e di amplificazione del messaggio attraverso le carte (cfr. A. Alberti, in Rassegna di Studi e Notizie, vol. XXXIX – anno XLIII, p. 71). La genesi è documentata tanto nel Diario del papa come dai pagamenti, e per la quale si conserva a Londra, The British Museum, il disegno preparatorio
Per la figura e le opere di Giovanni Battista Bonacina il vecchio cfr: P. ARRIGONI, L’incisione e l’illustrazione del libro a Milano nei sec. XV-XIX, in Storia di Milano, 18 voll., Milano-Roma 1953-1966, XV, Roma 1962, pp. 668-718, in particolare p. 692; A. COMPOSTELLA, Giovanni Battista Bonacina: un’ipotesi sull’esistenza di tre artisti omonimi, «Grafica d’arte», 1994, 19, pp. 3-13; L. BARTONI, Le vie degli artisti. Residenze e botteghe nella Roma Barocca dai registri di Sant’Andrea delle Fratte (1650-1699), Roma 2012, pp. 121, 399
Giovanni Battista BONACINA (1620 circa - 1664 circa)
Giovanni Battista Bonacina il Vecchio. Dopo aver lavorato a Milano per circa un ventennio nella bottega di famiglia, sita nella contrada di Santa Margherita, verso il 1653 – per ragioni non note – sembra essersi trasferito a Roma. Qui deve aver appreso, o perfezionato, la tecnica incisoria che pratica fino al 1663. Rientrato a Milano dopo questa data probabilmente come conseguenza della morte del fratello e socio Bernardo (1662), portò avanti l’impresa di famiglia continuando a pubblicare e a incidere fino alla morte, nel 1672.
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Giovanni Battista BONACINA (1620 circa - 1664 circa)
Giovanni Battista Bonacina il Vecchio. Dopo aver lavorato a Milano per circa un ventennio nella bottega di famiglia, sita nella contrada di Santa Margherita, verso il 1653 – per ragioni non note – sembra essersi trasferito a Roma. Qui deve aver appreso, o perfezionato, la tecnica incisoria che pratica fino al 1663. Rientrato a Milano dopo questa data probabilmente come conseguenza della morte del fratello e socio Bernardo (1662), portò avanti l’impresa di famiglia continuando a pubblicare e a incidere fino alla morte, nel 1672.
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